Macron: emergenza fino a luglio ma niente app per spostamenti

Scuole aperte l'11 maggio. Guerra per le mascherine

Macron: emergenza fino a luglio ma niente app per spostamenti

La Francia conferma la Fase 2. Ripartenza dall'11 maggio per «la maggior parte» di asili, scuole materne ed elementari (15 alunni e lezioni in classe facoltative), piccoli musei e negozi. Pur prolungando lo stato di emergenza sanitaria al 24 luglio, via libera agli spostamenti senza autocertificazione fino a 100 chilometri e senza limitazioni geografiche. Niente mappatura digitale dei contagi: l'app StopCovid non è pronta e deve passare dal Parlamento.

Ieri il Consiglio dei ministri straordinario ha chiarito i punti del disegno di legge che renderà anche obbligatoria la mascherina nei trasporti pubblici: controlli rafforzati e multe. Distanziamento fisico confermato e riapertura dei negozi lasciata alla «libera scelta», dice il ministro dell'Interno Christophe Castaner: «Possibile assoggettarla a ore o densità nel rispetto dei gesti barriera». Coattivo, l'isolamento in casa o negli hotel requisiti per i diagnosticati Covid-19, grazie ai 700 mila test rapidi a settimana. Se un asintomatico vuole entrare in Francia dovrà invece sottoporsi a 14 giorni di quarantena.

Il ddl sarà votato oggi dal Senato, poi in Assemblea nazionale. Ma le farmacie sono già sul piede di guerra, perché il governo ha stretto un «patto» con i supermercati per facilitare l'acquisto di mascherine, penalizzandole. Da domani, infatti, quelle chirurgiche dovrebbero essere nei supermercati a 95 centesimi al massimo; la grande distribuzione ne ha ordinate circa 400 milioni. Prezzo variabile per quelle riutilizzabili in tessuto.

Il «patto» con Auchan, Carrefour, Leclerc, Lidl e Casino privilegia la strategia del «carrello della spesa» e mette all'angolo le «officine della salute» a cui l'esecutivo aveva requisito le mascherine nella prima fase dell'epidemia. Oggi faticano a trovarne a prezzi competitivi, ma Macron ha deciso: rifornire la Francia dei Dpi necessari per la ripartenza con chi accetta le condizioni. «Prima i medici ci hanno detto che non servivano, poi che erano necessarie, abbiamo trovato una soluzione» ricorda il premier Edouard Philippe.

Chi può le compra, gli altri ne riceveranno una al giorno dai sindaci tramite le associazioni locali. Polemico anche il ministro dell'Istruzione Jean-Michel Blanquer con quei plessi che hanno detto di non voler ripartire l'11, sconfessando la linea del governo: «Potrei dire che le scuole si riaprono quando avremo sconfitto il coronavirus ma non sarei all'altezza della mia missione».

Bisogna «convivere col virus» confidando «nello spirito francese di responsabilità», dice il titolare della Sanità tra patti e fiducia negli enti locali. Spiagge chiuse e prenotazioni sconsigliate. Altrimenti la ripartenza «potrebbe essere rimessa in discussione», avverte Véran.

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