In patria lo rappresentano come Hitler, baffetti e uniforme, per via della linea dura adottata sul green pass anti-Covid. E lo fanno infuriare tanto che il presidente francese fa causa Michel Ange Flori, proprietario di alcuni cartelloni pubblicitari sui quali - a Tolone e Seyne-sur-Mer - Emmanuel Macron è stato ritratto come il despota nazista, e l'appello, sotto il simbolo della République en Marche: «Obbedisci e fatti vaccinare».
All'estero, intanto, in Polinesia, il leader francese Emmanuel tenta di arginare il dominio crescente della Cina nella regione ma delude in parte le aspettative su un'altra questione, pur regalando al Paese un'ammissione storica: la Francia ha «un debito con la Polinesia francese» per i test atomici condotti nell'arcipelago fino al 1996. Non sono scuse esplicite, come i polinesiani chiedono da anni, ma pur sempre parole mai pronunciate prima da un capo di Stato francese, nel suo quarto e ultimo giorno di visita. Macron si riferisce alla ferita dei 193 test nucleari effettuati da Parigi sugli atolli nel territorio d'oltremare nel Pacifico tra il 1966 e il 1996. Ma si è fermato a parlare di «debito» della Francia per quei test «che non si può assolutamente dire fossero puliti». «Voglio la verità e la trasparenza insieme a voi», ha detto.
La decisione di avviare i test fu presa per prima dal generale e presidente Charles De Gaulle, poi seguita dai successori fino a Jacques Chirac, che vi pose fine nel 1996.
Il primo presidente ad avviare un «pentimento» della Francia era stato nel 2016 Hollande, riconoscendo «l'impatto ambientale» dei test, le loro «conseguenze sanitarie» e il «diritto a compensazioni», ottenute in soli 186 casi su 416. Macron ora ha confermato che il governo si farà carico della pulitura dei territori contaminati e, soprattutto, che accelererà i risarcimenti alle popolazioni locali.
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