Magistrati corrotti Nazione infetta

Si dice che se la capitale è corrotta, la nazione è infetta, come sintetizzò nel 1955 in un celebre titolo il settimanale L'Espresso. L'equazione ha senso ancora oggi a giudicare da quello che accade nella capitale

Magistrati corrotti Nazione infetta

Si dice che se la capitale è corrotta, la nazione è infetta, come sintetizzò nel 1955 in un celebre titolo il settimanale L'Espresso. L'equazione ha senso ancora oggi a giudicare da quello che accade nella capitale. Ma sarebbe ingiusto restringerla alla sfera politica. Il tasso di onestà, dignità e trasparenza della classe politica è uno degli indicatori dello stato di salute del paese, quello che più appassiona l'informazione e l'opinione pubblica ma non necessariamente il più pericoloso per la democrazia. Uno Stato efficiente si regge su pesi e contrappesi, controllati e controllori. E se è noto che il peso «politica» è malato, sfugge che il contrappeso «giustizia» non è per nulla messo meglio. Ieri il Consiglio superiore della magistratura ha sospeso dalle funzioni Silvana Saguto, presidente della sezione Misure di prevenzione antimafia del tribunale di Palermo. La signora è indagata per corruzione e secondo l'accusa ne ha combinate di tutti i colori, compreso avere comprato una laurea al figlio.

Questa vicenda insegna che la casta dei magistrati non è esente, come si vuole fare credere, da infezioni, in alcuni casi palesi, in altri abilmente occultate. Ma è «infezione» anche se la giustizia è applicata in modo diverso in base all'appartenenza a una casta o all'altra. Come noto, noi siamo contrari alla carcerazione preventiva in assenza di un'accertata pericolosità sociale, ma mi chiedo: in base a quale principio il politico Mario Mantovani è da un mese a San Vittore sospettato di aver ottenuto uno sconto sospetto sulla ristrutturazione di casa mentre un' alta magistrata - la Saguto - accusata di corruzione è tranquillamente a casa sua? Perché a un imprenditore indagato i magistrati spesso bloccano beni e conti correnti mentre alla dottoressa Saguto, sia pur sospesa per infamia, il Csm ha riconosciuto l'erogazione di un assegno di mantenimento pari ai due terzi dell'ultimo stipendio?

E ancora.

Com'è possibile che la Saguto abbia combinato per anni tante porcate senza che colleghi e superiori abbiano mai sospettato nulla? Incapacità, complicità, soggezione? Qualunque sia la risposta a queste domande, la conclusione è che siamo di fronte a una magistratura infetta. Il che provoca una sospensione della democrazia ben più grave dei danni che Marino e soci hanno provocato a Roma.

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