"Mai chiesto pieni poteri". Draghi vuole la fiducia sulla risoluzione di Casini

Il premier pone la fiducia sulla risoluzione presentata da Casini. Attacco durissimo ai 5 Stelle sul Superbonus: "Tirare le imprese fuori dai guai creati da qualcuno"

"Mai chiesto pieni poteri". Draghi vuole la fiducia sulla risoluzione di Casini

Una replica dai toni durissimi, che non lascia spazio a libere interpretazioni. Così Mario Draghi, ponendo la fiducia sulla risoluzione presentata dal senatore Pier Ferdinando Casini, ha usato parole brevi ma al tempo stesso sferzanti. Specialmente verso il Movimento 5 Stelle, che continua a chiedere una risposta sui punti prioritari presentati da Giuseppe Conte. Il tutto con una premessa in seguito alle polemiche scoppiate questa mattina: "Decidete voi. Niente richieste di pieni poteri".

Draghi attacca il M5S

Il presidente del Consiglio ha voluto ringraziare tutti coloro "che hanno sostenuto l'operato di questo governo con lealtà, collaborazione e partecipazione". E poi ha rivolto un attacco durissimo al M5S, seppur implicito, nell'ambito del Superbonus 110%: "Chi ha disegnato i meccanismi di cessione senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al malfatto e tirare fuori dai guai quelle migliaia di imprese".

Un'altra bordata secca è arrivata sul reddito di cittadinanza: Draghi si è sempre detto favorevole al concetto teorico, ma allo stesso tempo ha sottolineato la necessità di apportare delle modifiche alla luce delle truffe e dei malfunzionamenti. Il premier è stato ancora più netto nel corso della replica: "È una cosa buona, ma se non funziona è una cosa cattiva". A questo punto appare difficile immaginare un sostegno da parte del Movimento 5 Stelle al governo.

Le risoluzioni

La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha fatto sapere che sono solamente due le risoluzioni presentate nell'Aula di Palazzo Madama sulle comunicazioni del presidente del Consiglio. Una porta la firma di Pier Ferdinando Casini. Un testo breve, che va dritto al punto e che recita quanto segue: "Ascoltate le comunicazioni del presidente del Consiglio, il Senato le approva".

L'altra risoluzione invece è stata presentata dal centrodestra di governo, firmata dai senatori Calderoli e Romeo (Lega), Bernini (Forza Italia) e De Poli (Udc). In tal caso si prevede il sostegno a un esecutivo "profondamente rinnovato sia per scelte politiche che nella composizione" rispetto a quello attuale. In sostanza si chiede di tenere fuori dal perimetro il Movimento 5 Stelle, visto che il 14 luglio al Senato non ha votato la fiducia al decreto Aiuti.

Cannabis, Ius scholae e ddl Zan

Draghi ha inoltre voluto chiarire la propria posizione in merito ai temi etici, spiegando il motivo per cui il governo ha deciso di non

intervenire su questioni come la legalizzazione della cannabis, lo Ius scholae e il ddl Zan: "Sono temi di origine parlamentare e questo governo è fondato su una ampia coalizione di unità nazionale".

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