New York. Prosegue l'emorragia di posti di lavoro negli Stati Uniti a causa del coronavirus. La scorsa settimana sono state presentate altre 3,2 milioni di richieste di sussidi di disoccupazione, che portano il totale a 33,3 milioni solo nelle ultime sette settimane. E un'altra stangata all'economia americana è attesa per oggi, quando verranno diffusi i dati ufficiali sul mercato del lavoro: secondo le attese saranno fra i peggiori di sempre, con gli analisti che stimano la perdita di oltre 21 milioni di posti in aprile e un tasso di disoccupazione al 16%.
I dipendenti impegnati nei settori della ristorazione, dei viaggi, dell'ospitalità e della vendita al dettaglio sono stati tra i primi a perdere il proprio impiego da quando l'epidemia ha costretto a chiudere le attività non essenziali. Ma nelle ultime settimane sono stati annunciati decine di licenziamenti anche tra gli ingegneri di Uber, i dirigenti pubblicitari di Omnicom, i designer di Airbnb e altri. «Stiamo assistendo ancora a un'enorme ondata di licenziamenti che stanno prendendo il sopravvento sull'economia americana», ha spiegato Gregory Daco, capo economista degli Stati Uniti presso Oxford Economics.
Nel frattempo, l'amministrazione del presidente Donald Trump ha accantonato un documento di 17 pagine elaborato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), l'agenzia per la tutela della salute, con i suggerimenti degli esperti su come e quando riaprire ristoranti e altri luoghi pubblici durante la pandemia. Secondo i media statunitensi, che citano diversi funzionari dell'amministrazione Usa, il rapporto, rivolto a dirigenti statali e locali, imprenditori, educatori e leader religiosi, conteneva dettagliate linee guida ritenute troppo prescrittive. Il dossier - con sezioni riguardanti tra gli altri programmi di assistenza all'infanzia, scuole, chiese, bar e ristoranti - avrebbe dovuto essere pubblicato venerdì scorso, ma la Casa Bianca ha chiesto agli scienziati dell'agenzia di effettuare revisioni al documento, e alcuni esperti dei Cdc temono che le raccomandazioni non saranno mai rese pubbliche.
Le medesime fonti hanno poi riferito che Mark Meadows, il capo di gabinetto della Casa Bianca, ha espresso preoccupazione per il fatto che le linee guida siano «eccessivamente prescrittive» e uniformi, in particolare riguardo le zone degli Stati Uniti dove sono stati
registrati un numero minimo di contagi. Trump da parte sua, che spera di veder ripartire il Paese il prima possibile, preferisce lasciare ai governatori e alle autorità locali la decisione su quando e come riavviare le attività.
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