Secondo Luigi Di Maio serve "un cambio di passo" all'interno del governo, che deve "andare avanti, senza indugi e polemiche. Chi rema contro, rema contro il Paese". Chiara la posizione del ministro degli Esteri, che tenta di dettare la linea in vista del 2020: "Da gennaio si ripartirà con una nuova agenda e un nuovo cronoprogramma" che servirà per "mettere in chiaro ciò che vogliamo realizzare". E ha rivendicato tutti i risultati ottenuti nella manovra: "I primi passi sono stati importanti e significativi, a dimostrazione che quando si lavora da squadra i risultati arrivano".
Sono dichiarazioni, rilasciate all'edizione odierna de La Repubblica, da leggere come un mutamento da governista. Parole che da una parte suonano la carica, ma dall'altra vogliono mettere in guardia sui rischi che si potrebbero correre: "Ostacolare oggi il percorso del governo, significa ostacolare l'Italia e indebolirla agli occhi della comunità internazionale". Consapevole del fatto che, tra le continue liti nella maggioranza e nei 5S, la vita dei giallorossi è sempre più a rischio.
"Casa, salute e lavoro"
Gli obiettivi centrati dunque devono rappresentare uno stimolo per "lavorare con maggiore intensità, per rispondere alle richieste legittime degli italiani". Ed è proprio qui che il capo politico del Movimento 5 Stelle ha tracciato tre punti chiave della futura azione dell'esecutivo, che dovrà necessariamente assumere tutte quelle caratteristiche tipiche di una maggioranza compatta e coesa, non litigiosa e frammentata. Il fine principale è quello di ottenere "quanto prima nuovi risultati, a partire dai diritti sociali, come la casa, il diritto a curarsi in tempi certi e quello di avere uno stipendio dignitoso per ogni lavoratore, che passa attraverso il salario minimo".
Si tratta di "obiettivi ambiziosi" che devono però essere necessariamente conseguiti: "Non possiamo permetterci il lusso di perdere terreno". Il ruolo dell'Italia dovrà tornare a essere primario nello scacchiere internazionale e, da titolare della Farnesina, ha voluto ribadire come sia "fondamentale dare stabilità anche in merito agli scenari con cui l'Italia si confronta quotidianamente. Un esempio su tutti è proprio la Libia".
Quattro giorni fa l'ex vicepremier è stato a Tripoli con l'intento non solo di trovare una soluzione alla crisi tra il premier Fayez al Serraj e il generale Khalifa Haftar, ma anche di riconquistare uno spazio da protagonista nell'area del Mediterrano da parte dell'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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