Dopo una delle notti più sclerotiche della storia politica italiana degli ultimi anni, con la crisi che ha raggiunto la sua massima escalation per poi spegnersi improvvisamente, Luigi Di Maio ha cominciato la giornata di ieri indossando i panni del pompiere: «Escludo che possa esserci una crisi - ha detto Di Maio ad Agorà Estate su Rai 3 - mi hanno sempre insegnato male non fare paura non avere: abbiamo da realizzare riforme importanti». Il grillino, vicepremier e ministro, ha aggiunto: «L'unica cosa che dico è che è meglio vedersi, anziché parlarsi, è giusto che ci incontriamo, che chiariamo e andiamo avanti, oggi, perché oggi c'è il consiglio dei ministri e il tavolo sull'autonomia». L'ultimo tema ricordato da Di Maio è fonte di continue fibrillazioni all'interno del M5s, che conta al suo interno, sul dossier, una vasta area di parlamentari pronti a fare ostruzionismo.
Anche sull'Autonomia Di Maio ha rassicurato il partner di governo: «Il tema è semplicemente farla in modo solidale». Nella giornata del tavolo governativo, che poi ha subìto un rinvio a lunedì per la maggior parte dei punti in discussione, ha spiegato: «Spero che il tavolo di oggi possa dirimere gran parte dei problemi così che nelle prossime settimane si possa fare la ricognizione dei punti per vedere se è possibile andare avanti». Giovedì, uno dei temi che aveva fatto salire a dismisura le quotazioni di una crisi di governo è stato lo scandalo dei presunti fondi russi alla Lega. Parziale marcia indietro del leader pentastellato sul caso «Moscopoli»: «Se avessi sospetti su Salvini non sarei al governo con lui», ha detto annunciando che il leader della Lega «prima del 24 andrà in Parlamento».
Un'altra idea, quella di un «contratto - bis», è circolata ieri pomeriggio. La voce viene presa in considerazione da qualche eletto dei Cinque Stelle, che poi esorta ad «andare avanti per continuare a fare il bene del Paese». Raccontano che, durante le ore in cui il divorzio con la Lega sembrava più vicino, molti parlamentari alla prima legislatura erano andati nel panico. Blanditi subito dai colleghi più esperti: «Qui vince il pensiero laterale, non succede mai nulla di scontato».
In tanti, nel Movimento, non accetterebbero un rimpasto «a senso unico», concentrato solo sui ministri M5s che non vanno bene a Salvini: «Pieno sostegno a Toninelli e Trenta», recita una nota grillina. «Se rimpasto deve essere - dice una fonte di governo - deve essere un do ut des: noi cediamo qualcosa, ma loro altro. Anche perché la maggioranza parlamentare l'abbiamo noi, non possono pensare di invertire i rapporti di forza». Così mentre Salvini ha messo da tempo nel mirino il ministro della Difesa Elisabetta Trenta e quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli, i pentastellati fanno filtrare il loro disappunto nei confronti di Gianmarco Centinaio, ministro dell'Agricoltura, e Marco Bussetti all'Istruzione, e qualcuno mette in dubbio uno dei nomi più noti del governo: Giulia Bongiorno, ministro leghista della Pubblica Amministrazione. Nell'agenda dei Cinque Stelle c'è l'assemblea dei deputati, prevista per il 24 luglio, che dovrebbe sancire il cambio dello Statuto M5s, con l'elezione del nuovo direttivo del gruppo alla Camera, fino ad ora scelto per nomina.
E nella giornata della riappacificazione si è visto a Roma Davide Casaleggio, che ha partecipato a una serie di incontri a Montecitorio per l'organizzazione della kermesse «Italia 5 Stelle», in programma a Napoli il 12 e 13 ottobre, probabilmente alla fiera di Oltremare. Tra i punti affrontati le lamentele di alcuni parlamentari per la quota da versare per l'organizzazione della manifestazione: 1.500 euro a testa.
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