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Di Maio riunisce i suoi: "Tutto dipende dal voto su Rousseau"

Il M5s si chiude a riccio in un summit: Di Maio ribadisce ai suoi la centralità del voto degli iscritti sulla piattaforma

Di Maio riunisce i suoi: "Tutto dipende dal voto su Rousseau"

Parola d'ordine Rousseau. La trattativa tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico per dare il "la" al governo dell'inciucio prosegue filata e e ormai l'esecutivo giallo-rosso, guidato da Giuseppe Conte sta prendendo forma. Le due forze politiche stanno lavorando per trovare la quadra della squadra di governo, ma tutto rimarrà congelato finché Rousseau non darà il suo esito.

Già, la votazione degli iscritti M5s sulla piattaforma al quesito "Volete un governo Conte insieme al Pd?" avrà il diritto di vita o di morte sul governo: domani, click daranno il responso.

Nel mentre, Pd e 5stelle si chiudono a riccio. Alle ore 13, al Nazareno, i dem si sono dati appuntamento per un summit fondamentale per fare il punto sullo stato delle trattative con i pentastellati; una cabina di regia che vede il presidente del partito Paolo Gentiloni, i vicesegretari Andrea Orlando e Paola De Micheli, i capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio, le vicepresidenti Anna scani e Debora Serracchiani e il tesoriere Luigi Zanda.

In mattinata, anche il Movimento 5 Stelle ha avuto il proprio vertice: durante il confronto interno, il capo politico Luigi Di Maio avrebbe ribadito più volte che ormai tutto dipende dal risultato della consultazione sulla piattaforma tanto cara alla Casaleggio Associati.

Al termine della riunione dei ministri e sottosegretari uscenti M5s, il sottosegretario Carlo Sibilia ha dichiarato alla stampa che nel eventuale futuro esecutivo il ruolo dell'attuale ministro del Lavoro e vicepremier dovrà rimanere centrale, "di primo piano", perché - spiega - "è il nostro capo politico ed è giustissimo che porti avanti le politiche del M5S. Se non lo fa lui chi lo deve fare?". A lui ha fatto eco il collega Stefano Patuanelli, che ha parlato in radio ai microfoni di Radio Capital, dicendosi comunque fiducioso sul nodo (ancora da sciogliere del tutto), dei vicepremier: "Sono certo che si troverà una soluzione. Ci sono confronti in atto. Non si tratta di un vezzo, è una questione di assetto, di come due forze politiche si interfacciano con il presidente del Consiglio. Siamo due forze che si sono per lungo tempo contrastate, non è un problema di poltrone. Preferiremmo due vice premier ma non è certo una questione per cui non si procederà. Credo che ci siano buone possibilità che il dialogo di questi giorni porti ad un risultato positivo".

Ma anche il capogruppo grillini in Senato ha sottolineato la centralità assoluto di Rousseau: "Rousseau è un mezzo che un movimento politico ha deciso di dotarsi per prendere le proprie decisioni, pari ad una direzione di partito. Se dovessero prevalere i no, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrà sciogliere la riserva di conseguenza: in modo negativo. Non vedo alternativa".

Se Rousseau dovesse dire di "sì", il premier incaricato salirà al Colle per incontrare Sergio Mattarella (probabilmente già mercoledì) e dunque, tra venerdì e sabato, si avrà il primo passaggio a Montecitorio per il voto di fiducia.

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