«I resti di mio marito verranno sepolti nel cimitero di Al Baqi a Medina. Così ha voluto la famiglia Bin Laden». La voce è quella di Rima Khraisat, vedova di Mazen Aqeel Dajah, il pilota del jet saudita precipitato venerdì pomeriggio nell'Hampshire (sud dell'Inghilterra) con a bordo una figlia dello sceicco del terrore, il marito di lei e la matrigna. La signora Khraisat è apparsa ieri pomeriggio su un canale televisivo di Amman per fugare i sospetti secondo i quali il marito avrebbe di proposito provocato l'incidente, una voce rimbalzata in Arabia Saudita nelle ore successive al disastro aereo.
Appurato che Dajah, 57 anni, venti dei quali pilotando voli di linea della Royal Jordanian, non fosse un kamikaze, resta il fatto di cronaca legato in qualche maniera anche a Malpensa, da dove l'apparecchio era decollato un'ora e mezza circa prima della tragedia. Il velivolo, un Embraer Phemon 300, era atterrato all'aeroporto di Varese con il suo carico illustre la sera del 28 luglio, nello spazio tra i due terminal gestito da compagnie private. Dopo la sosta di un giorno il bimotore della Salem Aviation di Gedda è ripartito con destinazione Regno Unito, ma alle 15.09 di venerdì, mentre stava effettuando le manovre di atterraggio sulla pista del piccolo scalo di Blackbushe, qualcosa deve essere andato storto. Il jet infatti ha superato a bassa quota la pista andando a schiantarsi nel parcheggio limitrofo e distruggendo una ventina di auto. «Ho visto tutto proprio mentre stava accadendo. L'aereo è caduto in verticale ed è esploso nell'impatto», ha raccontato alla Bbc Andrew Thomas, un cliente dell'autorimessa. «È stato come se un missile venisse giù - ha invece riferito Barry Wright, che lavorava accanto al sito dell'incidente - ho avvertito il rumore che si sente nei film, seguito da un enorme bang e poi da un'esplosione. Subito si è levato del fumo denso e quindi fiamme dalla parte superiore dell'aereo. Nello spazio di una decina di secondi si è trasformato in una grande palla di fuoco». Per le quattro persone a bordo non c'è stato ovviamente nulla da fare. Oltre al pilota hanno perso la vita Rajaa Hashim, una delle vedove del padre di Osama, Mohammed Bin Laden, Sana Bin Laden, una delle sue numerose sorelle e sorellastre, e Zuhair Hashim, marito di Sana e conosciuto uomo d'affari saudita. È stata la polizia britannica a fornire le generalità delle vittime perché l'ambasciatore di Riyadh in Gran Bretagna, il principe Mohammed Bin Nawaf, si era limitato a esprimere in un tweet, postato venerdì notte, il «cordoglio alla famiglia per il grave lutto».
Nonostante i Bin Laden siano proprietari di alcune compagnie aeree private, tra le quali appunto la Salem Aviation, il loro rapporto con gli aerei è sempre stato piuttosto controverso, anche senza tirare in ballo i fatti dell'11 settembre.
Il numero di serie del velivolo caduto venerdì, «HZ-IBN», era il medesimo di un altro aereo dei Bin Laden precipitato nel 1967, dove perse la vita il padre Mohammed. La compagnia si chiama «Salem» in omaggio al fratello maggiore di Osama, che morì su un altro jet finito contro le linee dell'alta tensione a San Antonio in Texas nel 1988.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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