Politica

Maltrattava i quattro figli e se ne vantava al telefono

Valentina Raffa

Ragusa «Vienimi a prendere. Non abbiamo mangiato tutto il giorno». Lo implorava per telefono ai nonni paterni uno di quattro fratellini di Vittoria, nel Ragusano, maltrattati dal papà e abbandonati dalla mamma, una giovane di origini romene che, dopo essere stata violentata dal marito, che per questo era stato catturato e poi è tornato in libertà, è fuggita lasciandoli al loro macabro destino. In balìa di quell'uomo brutale che aveva il compito di prendersene cura. I nonni, che sapevano delle percosse ai nipoti, non hanno sporto denuncia.

Le parole accorate del bimbo hanno straziato il cuore dei poliziotti della Squadra mobile di Ragusa e del commissariato di Vittoria che intercettavano l'uomo, di origini vittoriesi, per altri reati. I piccoli hanno dai 4 agli 11 anni e vivevano per la gran parte del giorno soli. Quando il papà era in casa era un incubo.

I poliziotti lo hanno appreso da lui mentre si vantava al telefono con sua mamma di avere massacrato di botte i figli. «L'ho fatto volare in aria facendolo cadere faccia a terra le diceva -. L'ho pestato tanto forte che ha pianto tutta la notte». La donna lo redarguiva, ma nulla più, nello stupore degli investigatori. «Se continua a piangere torno a dargli le altre». Il padre non voleva essere disturbato, specie quando era occupato nelle sue cose, come il godersi la vittoria di un gratta e vinci. E allora, dinanzi alla violenza inaudita dell'uomo, che ha anche spedito i figli in ospedale, i poliziotti hanno interrotto le indagini per altri reati, perché la prima cosa da fare era salvare quei bambini. L'inchiesta si è conclusa in tempi record proprio per la pericolosità del soggetto e il rischio che correvano i piccoli.

I poliziotti non potevano immaginare che la casa in cui vivevano i bambini fosse una sorta di lager. L'hanno definita un «porcile» con sporcizia e spazzatura ovunque, escrementi, mobili distrutti, indumenti a terra, materassi sporchi senza lenzuola, proprio dove dormivano i bimbi. E loro erano lì, alcuni con ancora addosso i segni delle percosse. Lui, il padre violento, non appena ha compreso che lo avrebbero condotto in carcere, così come disposto dal sostituto procuratore di Ragusa, Marco Rota, è andato in escandescenze, forse anche per l'assunzione di droga.

I bambini sono stati condotti in salvo negli uffici della Squadra mobile, dove ad accoglierli c'era personale specializzato, che ha fatto loro comprendere la necessità di mandarli in una comunità. Considerata, infatti, la gravità dei reati commessi e la delicatezza del caso che ha visto il coinvolgimento pure dei nonni paterni che non hanno denunciato i fatti, non è stato possibile affidarli ai familiari. Per questo sono stati interessati l'Ufficio Minori della Divisione anticrimine della questura di Ragusa e gli assistenti sociali del comune di Vittoria. I piccoli sono già abbastanza saggi per capire che tutto è stato fatto per loro. E ora stanno bene e sono seguiti dalla procura della Repubblica presso il tribunale dei Minori. Il padre «modello» è in carcere a Ragusa.

Presto si terrà l'incidente probatorio che l'avvocato Giuseppe Di Stefano, difensore dell'indagato, ritiene fondamentale, visto che saranno escussi i minori.

Commenti