
"Si è comportato come un pazzo. Bombarda tutto, in continuazione". "È come un bambino che non si sa comportare". "Ogni giorno ce n'è una nuova. Ma che ca...". Nella giornata in cui a Gaza fonti palestinesi riferiscono di oltre un centinaio di nuove vittime, di cui almeno 92 in fila per un pacco di farina nei pressi dei centri di distribuzione di aiuti umanitari, dagli Stati Uniti emergono i malumori di alcuni funzionari presidenziali per la linea del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, specialmente dopo i raid che nei giorni scorsi hanno visto le Forze Armate di Tel Aviv (Idf) colpire la Siria in difesa della minoranza drusa, prima del cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti. Non è detto che i mugugni dell'entourgare del presidente Donald Trump rappresentino davvero l'umore del capo della Casa Bianca. Ma è evidente dai sei resoconti anonimi diffusi dal sito di informazione Axios che nella West Wing - l'edificio che ospita gli uffici del presidente - cresca l'insofferenza per la strategia del leader israeliano, in un momento in cui Washington sta cercando di lavorare per la pacificazione della regione. "Questo potrebbe minare ciò che Trump sta cercando di fare", commenta uno dei funzionari. "Gli israeliani non si rendono conto del danno che stanno facendo alla loro posizione nella Casa Bianca", spiega un altro. E ancora: "Bibi sta seguendo un'agenda personale. A lungo termine sarà un errore grave per lui".
A causa di un'intossicazione alimentare da cibo avariato, il premier non testimonierà lunedì e martedì al processo che lo vede imputato per frode e corruzione in Israele. Potrebbe farlo nei giorni successivi. Ma in molti vedono nell'ennesimo rinvio la fuga dalle sue responsabilità, proprio mentre il leader israeliano è sempre più criticato fuori da Israele per la linea adottata a Gaza, dove non passa giorno senza un massacro e le vittime sfiorano quota 59mila, secondo fonti di Hamas. Anche stavolta, a proposito dell'ennesima strage della fame tra i civili in fila per gli aiuti, le Idf sostengono di aver sparato colpi di avvertimento "per disperdere una minaccia".
Lo sdegno della comunità internazionale cresce all'aumentare del disastro umanitario a Gaza, dove l'Idf continua a bombardare ed espandere le attività di terra. A breve, per la prima volta, entrerà a Deir Al Balah, nel centro della Striscia, dove si presume si trovino gli ultimi ostaggi in vita. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, al suo terzo giorno di visita nella Striscia dopo l'attacco alla chiesa della Sacra Famiglia, ieri ha officiato messa sotto le bombe, con il fragore delle esplosioni all'esterno. Padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza ferito nell'attacco "per errore" di cui Netanyahu si è scusato, ha spiegato in un videomessaggio diffuso da Vatican News che "la situazione è sempre più grave".
Per questo il pressing americano per un cessate il fuoco prosegue intenso. L'inviato speciale per gli ostaggi, Adam Boehler, si mostra ottimista.
"Dopo che Israele ha sconfitto l'Iran, c'è l'opportunità di raggiungere un accordo di tregua, Israele lo desidera". Anche Hamas ammette: "I punti di contrasto sono stati significativamente ridotti. L'intesa è pronta, siamo in attesa dell'annuncio".