Cronache

La mamma difende Ciro. Ma su quella notte tacque

La moglie di Grillo si allinea: "Non ci fu violenza". Ai pm ha detto però di non essersi accorta di nulla

La mamma difende Ciro. Ma su quella notte tacque

Dove non era arrivato Beppe Grillo, a completare il danno provvede sua moglie Parvin: trasformando definitivamente il caso dello stupro in Costa Smeralda, di cui sono accusati il figlio della coppia e tre amici, in un esemplare classico dei processi per violenza carnale, dove a venire messa sotto accusa è spesso la vittima più degli indagati. Perché Parvin Tadjik, la bella e giovane consorte del comico genovese, va ancora più piatta di lui nell'accusare la studentessa S.J. di calunnia: «C'è un video che testimonia l'innocenza dei ragazzi, dove si vede che lei è consenziente», scrive Parvin. Dunque per lady Grillo S.J. è solo una allegra fanciulla che quella notte del luglio 2019 avrebbe scelto liberamente di fare sesso a ripetizione con i ragazzi, uno dopo l'altro, nella villa dei Grillo in Sardegna. E a dimostrarlo sarebbe il video girato da uno dei ragazzi, lo stesso che i pm hanno già esaminato convincendosi esattamente del contrario: e cioè che la ragazza era stordita dall'alcool fattole ingurgitare, incapace di reagire allo stupro di gruppo.

Con la sua uscita di ieri, Parvin Tadjik in realtà non difende solo il figlio e i suoi amici, ma anche se stessa: perché, a differenza di Grillo, lei è stata interrogata dai pm di Tempio Pausania che indagano sulla denuncia di S.J., confermando di essersi trovata anche lei nella villa quella notte ma giurando di non essersi accorta di nulla. Possibile, per quanto vasta sia la casa, che quanto accadeva nella camera dei ragazzi - stupro o orgia che fosse - sia avvenuto nel silenzio più totale?

Così la difesa d'ufficio di Ciro Grillo da parte della madre finisce per rinfocolare le polemiche già suscitate dallo sfogo del giorno prima da parte del padre del ragazzo. E mette sotto i riflettori la Tadjik, iraniana, donna di solito riservata, vicina alle battaglie del marito: anche se qualche anno fa si fece beccare in pelliccia, suscitando le ire dei grillini ambientalisti; e l'Espresso scrisse che suo cognato Walter Vezzoli (autista di Grillo, ha sposato Nadereh Tadjik) aveva messo in piedi una rete di immobiliari, schermate dietro società anonime, per fare business in Costarica.

Ora, la Tadijk esce dal riserbo per difendere il figlio. Mossa comprensibile, ma che rischia di ritorcersi contro il ragazzo. Perché anche la sua dichiarazione potrebbe finire insieme a quella del marito tra gli elementi che Giulia Bongiorno, difensore della studentessa milanese, ha annunciato di voler sottoporre ai pm di Tempio. Trasformare S.J. in accusata per la Bongiorno è segno di un modo di pensare che evidentemente alberga in famiglia: «Grillo - dice l'avvocato - mira a ridicolizzare i fatti, riduce in briciole un fatto in modo tale che sembri irrilevante. Ora mi aspetto un video in cui si dirà: Beh allora che sono venute a fare in Sardegna?». Il fascicolo d'inchiesta, racconta la Bongiorno, «è ricco di documenti, foto, video e chat, i fatti da valutare saranno tanti. Ed è di una gravità inaudita che Grillo voglia ridicolizzare tutto questo».

«Questo video - dichiara ancora il legale di parte civile - io lo porterò in Procura perché reputo che sia una prova a carico. È una prova perché documenta una mentalità, la mentalità del non succede niente, sono cose che si possono fare. Ed è il metodo spesso usato dagli uomini per giustificarsi quando sono imputati. Questi video denotano una mentalità.

Si dice alle vittime state attente che se andate avanti poi ci pensiamo noi».

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