Mamma e bambino morti in sala parto

Alla donna era stato indotto il travaglio. Indaga la Procura

Mamma e bambino morti in sala parto

«Un fatto raro ma che può accadere», non possono che rispondere così i medici di Ancona, ancora sotto choc per la doppia tragedia che si è appena consumata. Una neomamma di 35 anni e il suo bambino sono morti in sala parto all'ospedale Salesi. La donna, residente a Loreto, in provincia di Ancona, già madre di due figli, era ricoverata all'Ospedale pediatrico Salesi di Ancona. Dalle prime ricostruzioni sembra che le era stato indotto il parto. Una decisione che i medici si erano ritrovati a prendere dal momento che l'ultimo monitoraggio avevano rilevato che il bimbo era deceduto. La direzione dell'azienda ospedaliera ha avviato un'indagine interna e la Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Intanto è stata disposta l'autopsia che farà chiarezza.

Nelle due gravidanze precedenti la donna non aveva avuto alcun problema, in questo terzo caso invece, a fine gravidanza, lo scorso 23 agosto, si era presentata in ospedale lamentando dolori addominali. La giovane, arrivata alla 38esima settimana di gestazione, è stata sottoposta ad una serie di accertamenti, al termine dei quali, stando alle prime informazioni disponibili, si è scoperto che il feto, di sesso femminile, era già privo di battito. Uno choc per la giovane paziente, alla quale i medici, dopo aver annunciato il decesso della piccola, hanno consigliato di sottoporsi al parto indotto, procedura scelta per tutelare la salute riproduttiva della donna, anziché al taglio cesareo. Ma qualcosa è andato storto: durante l'intervento, le condizioni della 35enne sono improvvisamente precipitate, finché non è andata in arresto cardiaco.

Secondo il primario dell'ospedale, Andrea Ciavattini, a uccidere la donna potrebbe essere stata un'«embolia polmonare amniotica», che avrebbe poi causato l'arresto cardiocircolatorio, in un quadro «acuto e imprevedibile e non recuperabile nonostante la rianimazione».

Si tratta, ha ribadito, di «un fatto raro ma che può accadere». Al lavoro a questo punto gli inquirenti che hanno aperto una doppia inchiesta, sia interna che da parte della magistratura, per scoprire cosa sia successo nella notte tra sabato e domenica scorsi.

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