Mamma Enza ora invoca l'ergastolo: "Le dissi attenta dopo quello schiaffo"

Le lacrime: "Altro che bravo ragazzo. È solo un mostro"

Mamma Enza ora invoca l'ergastolo: "Le dissi attenta dopo quello schiaffo"
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«Voglio solo giustizia. Voglio l'ergastolo per questo ragazzo». Fiorenza, Enza, Cossentino, mamma di Martina, non si dà pace. Arrivata sul luogo del delitto, martedì notte, ha urlato e si è disperata per il dolore. Ora vuole vedere Alessio dietro le sbarre. Per sempre. «L'amore può finire. Ma si può morire così?». In un post su fb scrive: «Figlia mia, chi ti ha fatto del male la pagherà, vola in alto».

Due anni di relazione fra Alessio Tucci e Martina Carbonaro, 18 e 14 anni, terminata due settimane fa quando lei si rende conto che Alessio non è il ragazzo che credeva. La madre racconta che in quell'occasione Alessio aveva reagito male, le aveva mollato un ceffone. Martina aveva raccontato tutto ai suoi che l'hanno messa in guardia. «Fai attenzione» le disse Enza.

«Che peccato ha fatto mia figlia? Era bella come il sole. Ora tornerò a casa e troverò la sua stanzetta vuota. Non sarà mai più come prima, è una ferita che non si rimargina la morte di una figlia, uccisa per mano di un ragazzo che diceva di amarla». Nel condominio di via Imbriani, dove Martina ha vissuto per 14 anni, sono tutti sconvolti. «I miei vicini dicevano che Alessio era uno bravo. Si è rivelato un mostro» dice ancora la donna. Sognava di fare la chef stellata, Martina, tanto da iscriversi alla scuola alberghiera dopo la terza media. Alessio, invece, lavorava saltuariamente con il padre muratore in un'impresa edile. Un carattere «trasgressivo e incontenibile», scrive il pm che ne dispone il fermo e la custodia in carcere per «pericolo di fuga e reiterazione del reato».

Mamma Enza ricorda gli ultimi minuti di vita della figlia. «È andata con una sua amica a prendere un gelato, poi ha visto l'ex fidanzato». Una relazione assurda, cominciata quando Martina aveva 12 anni. Quando iniziano le ricerche, Alessio si presenta a casa di Martina.

«Mi ha consolato, piangeva. E quando è stato prelevato dai carabinieri era a casa nostra - conclude la donna - In quel momento ho avuto la conferma di un brutto presentimento che avevo già avuto quando ho sentito Martina per l'ultima volta».

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