La mamma di Loris: «Mi sono tolta un grande peso»

Dai brutti sogni ci si sveglia rendendosi conto che l'uomo nero non c'è mai stato. Si tira un respiro di sollievo e si ricomincia a vivere. Ma dal «brutto sogno» di cui parla Veronica Panarello, la mamma di Santa Croce Camerina accusata dell'omicidio di suo figlio Loris, 8 anni, e di essersi sbarazzata del corpicino gettandolo in un canalone, da quello non si torna alla normalità. Perché l'incubo era realtà. Veronica, che oggi sarà presente all'udienza preliminare dinanzi al gup di Ragusa, che si pronuncerà sulla richiesta di rinvio a giudizio, queste cose le sa. Era luglio quando stando alla sua ultima deposizione del 13 novembre scorso in procura, quella in cui ammette l'occultamento del cadavere di suo figlio comincia a prendere consapevolezza della tragedia consumatasi il 29 novembre. Veronica sostiene di non ricordare nulla prima di allora. In un certo qual senso, così facendo ripudia le accuse di essere bugiarda. Sostiene di avere riferito nel tempo ai magistrati «ciò che ha sempre ritenuto fosse accaduto». Ma da luglio ad oggi di tempo ne è passato. Eppure ha deciso di ritrattare la sua versione soltanto ora, a ridosso dell'udienza preliminare, nella quale la strategia difensiva più logica sembra essere la richiesta di rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. Ho patito un peso enorme di cui volevo assolutamente liberarmi dice la donna al procuratore Carmelo Petralia e al suo sostituto Marco Rota. Ma nessuno le crede. Persino la sorella Antonella, con cui non è un segreto che non c'è un rapporto amicale.

Nemmeno il marito, Davide, che oggi, con suo papà Andrea, si costituirà parte civile. Loris secondo la mamma è morto auto strangolandosi con una fascetta di plastica. Oggi il gip deciderà in merito al rinvio a giudizio di Veronoca Panarello.

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