È allarme medici. Pochi, troppo pochi, con code assurde negli ospedali e pazienti costretti ad attendere anche dieci ore per essere visitati quando entrano in codice verde.
La questione è nazionale e urgente, perché mancano 56.000 camici bianchi in Italia, dei quali 1.300 in Veneto. Per tamponare l'emergenza le Regioni il prossimo primo ottobre proporranno al ministro della Salute, Roberto Speranza, un documento, che prevede di immettere nel Servizio sanitario nazionale 10mila camici bianchi fra abilitati e specializzandi. Dentro, quindi, chi non ha ancora concluso l'iter formativo mentre chi vuole potrà restare in corsia fino a 70 anni, derogando all'età pensionabile. La Conferenza delle Regioni ha approvato il documento in 16 punti che include un pacchetto triennale di misure e corregge anche il fronte della formazione.
Per le modifiche bisognerà però attendere la prossima legge di Bilancio. Per evitare l'interruzione di pubblico servizio, poi, le Regioni propongono di immettere nel ssn medici con contratti di lavoro autonomo, anche con altra specializzazione o senza diploma (fanno eccezione anestesia, medicina nucleare, radiodiagnostica e radioterapia).
Saranno anche possibili deroghe su base volontaria all'orario di lavoro e indennità per medici e infermieri
disposti a esercitare in zone e servizi disagiati. Si accorcia poi da sei a cinque anni il corso di laurea in medicina, che diventa abilitante e una parte dei corsi di specializzazione si allineano alle durate minime europee.
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