Mancano i farmaci in corsia: caccia a sedativi e antivirali

L'Aifa denuncia la carenza di medicinali anche nelle terapie intensive. Pronte "soluzioni emergenziali"

Mancano i farmaci in corsia: caccia a sedativi e antivirali

È una corsa contro il tempo. Trovare i posti nelle terapie intensive, dirottare i pazienti affetti da coronavirus da un ospedale all'altro anche con l'ausilio dei velivoli dell'esercito e ora anche reperire i farmaci.

Il grido d'allarme arriva dall'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, che rilancia l'sos lanciato dalle strutture sanitarie e per risolvere il problema ha già avviato un'unità di crisi. «L'improvviso incremento della domanda per i farmaci utilizzati nelle terapie ospedaliere per le persone ricoverate a causa dell'epidemia ha generato delle carenze», scrive in una nota l'Agenzia che, oltre a rilasciare le usuali autorizzazioni all'importazione, sta definendo in collaborazione con le aziende, mediante il supporto costante di Assogenerici e Farmindustria, soluzioni eccezionali ed emergenziali. La carenza riguarda in primo luogo di miorilassanti, anestetici, oppioidi, sedativi e antiretrovirali, verso i quali si è registrato un aumento della domanda.

«L'Agenzia - prosegue la nota - segue il problema raccordandosi costantemente con le Regioni e le Province autonome cui tutte le strutture territoriali sono invitate a rapportarsi per la valutazione e l'inoltro ad Aifa di segnali, dando priorità ai casi urgenti di irreperibilità per i quali siano già stati espletati tutti i passaggi previsti con gli aggiudicatari delle gare regionali. I messaggi che riguardano le carenze possono essere inviati alla mail unica di riferimento, farmacicarenti@aifa.gov.it».

Anche Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, rilancia il problema. «La situazione è abbastanza sotto controllo perché abbiamo fatto sì che la nostra farmacia fosse in collegamento con la rete regionale e altre farmacie, ma il problema c'è, è corretto dire che c'è - spiega -. Abbiamo fatto un appello e parlato con le aziende farmaceutiche per chiedergli di venire incontro alle esigenze dei pazienti, perché abbiamo bisogno soprattutto che i farmaci sperimentali vengano approvvigionati». «Per quanto riguarda la sperimentazione dell'anti-artrite - aggIunge Vaia - abbiamo arruolato una decina di pazienti, ma per i primi risultati dobbiamo attendere ancora qualche altro giorno, speriamo tutti siano positivi».

Ieri è partita anche nell'Istituto nazionale tumori Pascale di Napoli. Il Tocilizumab sembrerebbe essere un faro nel buio, perché avrebbe dato miglioramenti nel trattamento della polmonite che complica l'infezione da Covid 19. Una complicanza temuta che si spera possa essere resa meno grave grazie al farmaco, riducendo la letalità della malattia. Si lavorerà secondo il protocollo approvato in tempi record da Aifa e dal Comitato etico in sinergia tra ricercatori e istituzioni di tutta Italia. Il gruppo, coordinato dall'equipe di Franco Perrone, oncologo del Pascale come l'altro oncologo, Paolo Ascierto, si muoverà su una piattaforma informatica dove veRranno raccolti i dati di tutti i pazienti degli ospedali italiani trattati con il farmaco. Sempre tramite la piattaforma partiranno due volte al giorno gli ordini per il farmaco, che la casa farmaceutica Roche, che lo produce, spedirà direttamente alle farmacie dei centri. Ci vorranno mediamente 24 ore per il trasporto.

L'Aifa invece per ora è scettica sull'efficacia di Umifenovir, l'antivirale commercializzato in Russia (ma non autorizzato né in Europa né negli Stati Uniti) per la prevenzione e il trattamento delle infezioni da virus dell'Influenza A e B e sul suo utilizzo in sostituzione di altri trattamenti che in Italia sono stati messi a disposizione per i pazienti.

«In relazione alla presenza di offerte web per farmaci non autorizzati o falsificati - ricorda ancora l'Aifa - si segnala che l'acquisto di medicinali con prescrizione attraverso internet non è consentito dalla normativa italiana, ma è soprattutto estremamente pericoloso per la salute».

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