Le mani dell'Inps sulle pensioni integrative

Rispunta la proposta di un fondo complementare da costituire presso l'istituto. Le associazioni: "Al peggio non c'è mai fine"

Le mani dell'Inps sulle pensioni integrative

Roma - Complementare, reversibile, flessibile. Per far quadrare i conti sulle pensioni, ancor più dopo le preoccupanti previsioni sul bilancio dell'Inps, si provano tutte le strade e il presidente Tito Boeri non risparmia critiche al governo, che non ha chiesto all'Ue di cambiare il patto di Stabilità per consentire la riforma dell'uscita dal lavoro. Le polemiche sull'ipotesi di tagli alla reversibilità per i vedovi non si placano, mentre si aggiungono quelle sul fondo di previdenza complementare che potrebbe essere creato nell'istituto pubblico.

Nel ddl concorrenza all'esame del Senato, infatti, sono stati riproposti degli emendamenti già soppressi alla Camera per costituire il cosiddetto IntegraInps. «Siccome al peggio non c'è mai fine - denuncia Assofondipensione - è stata inserita ex novo la proposta di un nuovo fondo di previdenza complementare da costituire presso l'Inps. Gli interessati potrebbero aderire su base volontaria, con il Tfr, attraendo anche il contributo datoriale previsto dagli accordi collettivi. Tutta la pensione di un lavoratore verrebbe a dipendere dal medesimo ente pubblico».Chiedendo lo stralcio degli emendamenti dal ddl, l'associazione accusa l'Inps di voler «costituire un'alternativa di default ai fondi negoziali, contravvenendo ai principi che hanno ispirato il sistema della previdenza complementare». Anche una nota alla commissione del Senato del ministro del Lavoro sottolinea il rischio di attrarre nuovi iscritti «verso una forma pensionistica che non agirebbe in condizioni di mercato», ma da un anno questi emendamenti spuntano in parlamento. «Un accanimento terapeutico ingiustificato», per Assofondipensione, che rappresenta 34 fondi negoziali ed è costituita dalle principali organizzazioni che rappresentano imprese e lavoratori (Confindustria, Confcommercio, Confservizi, Confcooperative, Legacoop, Agci, Cgil, Cisl, Uil e Ugl).L'altra partita si gioca sulla legge delega di contrasto alla povertà, per lo stralcio dei riferimenti alle pensioni di reversibilità, chiesto dal presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, insieme a tutte le opposizioni, da Fi a Sel, dalla Lega a M5S e ai sindacati.

Dopo la smentita di Poletti deve intervenire il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, al question time alla Camera: «La pdl lascia intatti tutti i trattamenti in essere. Per il futuro non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità. Tutto quello che la delega si propone è superamento di sovrapposizioni e posizioni anomale».

Per Boeri «non c'è un problema di sostenibilità» e non servono modifiche sulla reversibilità. Piuttosto, cambiare le regole europee per la flessibilità in uscita e intervenire sul fatto «molto discutibile che 5 miliardi di prestazioni assistenziali vadano al 30 per cento più ricco della popolazione».

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