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La manovra arriva tardi e male. L'Ue: "Così esplode il debito"

Dopo un mese la legge Bilancio approda al Quirinale. Bruxelles avverte: troppe misure senza copertura

La manovra arriva tardi e male. L'Ue: "Così esplode il debito"

Testo bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato e trasmesso al Quirinale. La legge di Bilancio, con un ritardo inconsueto anche per i nostri standard e abbastanza grave da fare temere l'esercizio provvisorio, è arrivata a destinazione. Gli ultimi spazi bianchi sono stati riempiti dal governo. Ad esempio quello sull'entità del fondo che anticipa i soldi del Recovery fund. Avrà una dotazione di «34,8 miliardi di euro per l'anno 2021, 41,3 miliardi per l'anno 2022 e 44,6 miliardi per l'anno 2023».

Sono 120 miliardi in tre anni anticipati in attesa dei trasferimenti da Bruxelles. Cifra incerta, perché le trattative europee sul bilancio comunitario sono ancora in corso. Ma anche perché l'Italia non ha ancora mandato alla Commissione Ue nemmeno una bozza di piano nazionale di ripresa e di resilienza, quindi il dettaglio di come saranno utilizzati i fondi europei. Farlo ha spiegato ieri il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni, faciliterebbe il «dialogo» tra i servizi dell'esecutivo Ue e Roma.

Per ora di certo c'è la comunicazione della Commissione sui documenti programmatici di bilancio, arrivata ieri pomeriggio. Nessuna bocciatura, come previsto. Ma l'esecutivo europeo ha messo in rilievo come le misure anti Covid messe in campo da Roma siano «temporanee» solo per lo 0,3% del Pil. Mentre sono «non temporanee o non compensate» da coperture per l'1,1% del Pil. Tra queste «il taglio dei contributi previdenziali nelle regioni più povere, l'estensione del credito d'imposta sul reddito da lavoro dipendente, l'introduzione del bonus famiglia nonché le risorse aggiuntive destinate ai ministeri e ad altri servizi pubblici».

Un allarme, di fatto, su quanto resterà delle misure anti Covid a gonfiare il debito pubblico. Che non potrà essere cancellato, come vorrebbe il presidente del Parlamento europeo Davide Sassuoli. L'idea dell'esponente Pd ieri ha incassato varie prese di distanza, anche dentro il suo partito. Quella di Gentiloni, che ha ricordato come il problema al momento sia quello di varare politiche di emergenza, ricorrendo a nuovo debito, a patto che poi ci si impegni per ridurlo. Poi quella del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri per il quale «il miglior modo di cancellare il debito è di ridurlo con la crescita».

Tornando alle indicazioni di Bruxelles sui documenti di bilancio, la Commissione invita l'Italia a garantire «la sostenibilità del bilancio nel medio termine». Quindi a «rivedere regolarmente l'uso, l'efficacia e l'adeguatezza delle misure di sostegno». In sostanza, la spesa prevista dai decreti per rilanciare l'economia dovrà rientrare.

Di fronte a queste obiezioni facile comprendere la logica dietro il rinvio della riforma fiscale, ufficializzato dal testo della legge di Bilancio.

Per la revisione dell'Irpef è istituito un fondo con una dotazione di 8 miliardi nel 2022 e 7 miliardi a decorrere dall'anno 2023, di cui una quota non inferiore a 5 miliardi e non superiore a 6 è destinata all'assegno universale e servizi alla famiglia.

Tra le novità emerse nella ultima versione del testo della legge di Bilancio, è stata depennata la norma per istituire l'Istituto italiano per la Cybersicurezza.

Adesso parte l'iter della manovra. Oggi si riunirà l'Ufficio di presidenza della commissione Bilancio della Camera per stabilire la tempistica dell'esame. Da lunedì inizieranno le audizioni. Poi la decisione sui relatori.

Con un occhio alle opposizioni e anche ai tempi risicatissimi per l'esame delle Camere.

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