Manovra piena di mance in stile prima Repubblica

Il premier a caccia di consensi rispolvera la Dc Soldi per statali, pensioni, famiglie e immigrati

Manovra piena di mance in stile prima Repubblica

Di sicuro l'ex ministro del Bilancio, l'andreottiano Paolo Cirino Pomicino, non potrà non esser soddisfatto di questa Finanziaria (come si chiamava ai suoi tempi) che rinverdisce i fasti del consociativismo democristiano. Non potrà non esserne soddisfatto soprattutto se avrà guardato il volto del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (di cui è uno dei più fieri oppositori), mentre il premier Matteo Renzi la illustrava a mezzo slide.

E il premier, anch'egli di scuola democristiana, ha realizzato un piccolo capolavoro «Balena bianca style» elargendo mance a tutti e soprattutto basando le entrate più che sui tagli di spesa sulla politica dei condoni. È condono la rottamazione delle cartelle di Equitalia (rottamata pure lei) che vale 4 miliardi, è condono la voluntary disclosure bis che ne dovrebbe far incamerare altri due. Ma l'imprinting democristiano di questa manovra è la spasmodica ricerca del consenso attraverso qualsiasi sorta di mance che possano consolidare il consenso laddove sia già forte e crearlo laddove vacilla. C'è un rischio di tagli alla sanità? Il Fondo sanitario nazionale resta intatto a 113 miliardi di euro, come previsto. Non sia mai che le Regioni debbano veramente iniziare a risparmiare su spese e consulenze anche nell'ambito delle Asl. Tutto è politica, a partire dalle pensioni: i meccanismi che facilitano l'uscita anticipata e rafforzano le quattordicesime costano poco meno di due miliardi, ma c'è il referendum, non è il momento di guardare agli «zero virgola» di Bruxelles. La gente si lamenta del canone in bolletta? Ecco che la tassa della Rai scende un altro po', a 90 euro.

Soldi per le partorienti, soldi per gli agricoltori, soldi per le imprese che reinvestono gli utili in azienda, soldi per il salario di produttività, soldi per gli statali e per i precari. Sembra di essere tornati indietro agli anni della Prima Repubblica considerato che c'è molta spesa in deficit, pure troppa.

Ma il vero colpo da maestro democristiano Renzi l'ha realizzato con i migranti. Si sono materializzati, come d'incanto, 100 milioni di euro per i Comuni che hanno accolto i rifugiati sotto forma di una tantum di 500 euro per ogni persona ospitata.

Questo significa che le amministrazioni, molto spesso di centrosinistra, più pronte nel rispondere all'appello all'accoglienza del governo saranno ora ricompensate con questo bonus. Neanche De Mita per l'Irpinia a fatto così tanto per i suoi fan. È già ora però della nuova televendita: «Se il governo andrà avanti, taglieremo l'Irpef nel 2018». O' ministro starà sorridendo.

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