"L'Italia faccia la seria sul deficit". Scontro Ue-Renzi sulla manovra

La Commissione Ue avverte l'Italia: "Siate seria sul deficit". Ma Renzi va al contrattacco: "Regole fatte per favorire i Paesi dominanti". E Padoan rincara la dose: "Non dobbiamo rassicurare nessuno"

"L'Italia faccia la seria sul deficit". Scontro Ue-Renzi sulla manovra

"Senza l'Italia il dibattito europeo si è inaridito, ha pensato solo ai confini e ad algide regole burocratiche tutte finalizzate a difendere l'interesse di quei paesi che stanno dominando l'Ue". Dal palco dell'assemblea di Assolombarda, Matteo Renzi fa l'anti europeista per nascondere sotto il tappetto tutti i guai che lo stanno travolgendo. I fronti aperti dell'emergenza immigrazione e la crisi economica sono problemi marginali rispetto alla difficoltà di mettere insieme una manovra credibile e, al tempo stesso, far fronte agli assalti dei democrat e delle opposizioni. "Non vado là per sbattere i pugni sul tavolo, ma perché senza l'Italia l'Europa è meno ricca".

La partita sulla manovra economica è aperta. Il governo ha ancora qualche giorno per presentarla a Bruxelles. E, mentre i tecnici di via XX Settembre fanno di conto per trovare le coperture economiche necessarie a non incappare in una bocciatura dei contabili europei, Renzi cerca di strappare qualche punto in più sulla flessibilità. Inserire nel deficit le spese collegate all'accoglienza dei profughi e al sisma di Amatrice significa portare il rapporto deficit-Pil dall'attuale 2% al 2,4%. Ma il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, che sabato ha incontrato il ministro Pier Carlo Padoan a Washington, finora ha visto solo il 2%. "E comunque il 2,4% non è il numero che abbiamo in mente - ha messo in chiaro in una intervista al Corriere della Sera - è una questione di sostanza, perché dobbiamo aspettare che il governo italiano ci presenti la manovra di bilancio".

Oggi, prima della riunione dell'Eurogruppo, il Commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici ci ha tenito a sottolineare che la Commissione Ue "si è sempre dimostrata disponibile a prendere in considerazione delle flessibilità". Ma ha avvertito: "Allo stesso tempo l'Italia deve continuare ad essere seria nei suoi sforzi per ridurre il deficit". Un avvertimento che ha fatto saltare i nervi al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che ha ricordato apposta che il governo italiano "sta lavorando fianco a fianco" con a Commissione europea. "Stiamo preparando il bilancio che sarà varato questo fine settimana - ha spiegato il titolare del Tesoro - e lavoriamo nell'assoluto rispetto delle regole in collaborazione con Bruxelles, non c'è il problema di rassicurare qualcuno".

All'assemblea generale di Assolombarda, Renzi rivendica le riforme fatte dal governo e cerca di minimizzare (se non nascondere) i problemi che non è stato in grado di risolvere. "L'elenco delle cose fatte non hanno risolto tutti i problemi ma hanno cambiato l'agenda dell'Italia", dice rivendicando di aver aperto "la prateria delle cose da fare", come la riduzione dell'Ires (al 24%) e gli interventi "su produttività e competitvità".

In realtà, l'agenda del premier è tutta ficalizzata sul 4 dicembre. Il risultato del referendum sarà, infatti, il vero spartiacque sul futuro del governo. Per il resto gli importa solo mantenersi a galla. E l'incapacità di chiudere la manovra ne è la dimostrazione.

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