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Manovra, Renzi sfida la Ue: "Le misure non cambiano"

Il premier al vertice di Bruxelles: "Faccio gli interessi dell'Italia". Poi attacca la Germania: "Il surplus di Berlino è contro le regole"

Manovra, Renzi sfida la Ue: "Le misure non cambiano"

La legge di bilancio presentata dall'Italia alla Commissione europea non si modifica, resta così com'è. Nel corso della conferenza stampa tenuta a Bruxelles al termine del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea, Matteo Renzi tira dritto. "Le misure della legge di stabilità non cambiano. Punto". Della manovra non si è parlato nel corso de summit. Ma i vertici dell'Unione europea hanno storto il naso per l'impostazione della legge di Bilancio. Non va affatto bene quel 2,3% ipotizzato per il rapporto deficit/pil. Per i tecnici di Bruxelles è troppo. Per il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rientra nelle regole.

"Solo in Italia si pensa che una valutazione dialogica sia vista come un dramma". Renzi cerca di minimizzare. Ma, secondo fonti vicine al dossier, il confronto fra Roma e Bruxelles sulla finanziaria del 2017 non sarebbe all'acqua di rose. In molti parlano addirittura di contrasto. Il premier, dal canto suo, non è disposto a retrocedere di un millimetro. Baratta l'accoglienza di decine di migliaia di immigrati con la necessità di una maggiore flessibilità per l'Italia. "La sostanza non cambia - dice - non cambiano le misure sulla sanità, i farmici oncologici restano priorità assoluta". E ancora: "Non cambia la linea per quanto riguarda l'obiettivo di superare il modello vampiresco di Equitalia". E ricorda che dal marzo 2014 a oggi, l'Italia ha ridotto di oltre un terzo le procedure di infrazione in sospeso. "Sono passate da 119 a 72 - osserva Renzi - perché noi puntiamo sulla nostra reputazione. L'Italia - aggiunge - non viene in Europa a farsi dire che cosa deve dire e che cosa deve fare".

Al vertice i dissapori più forti sono con la cancelliera Angela Merkel. Sull'agenda politica restano divergenze tra i due governi e l'esecutivo di Roma non è disposto a cedere su ciò che allontana i due Paesi della Ue. "Su molte cose non siamo d'accordo", ammette Renzi secondo cui avere diversi punti di vista è normale, "è quello che accade tra amici". "L'Italia non può arrivare qua e ratificare le altrui decisioni", incalza ricordando lo scontro a Bratislava, quando in occasione del vertice dei leader nel formato a 27 senza il Regno Unito ha contestato i contenuti delle conclusioni finali sulle questioni migratorie. "Non sono Gian Burrasca, io difendo l'interesse nazionale", continua Renzi ricordando la questione dei conti tedeschi, a cominciare dal problema del "surplus commerciale che non rispetta le regole" e per cui la Commissione europea più volta ha chiesto interventi volta alla riduzione.

Il governo italiano è, infatti, pronto a dare battaglia per il rispetto delle regole comuni sull'immigrazione e la gestione dei flussi migratori. Nel corso della conferenza stampa tenuta a Bruxelles al termine del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue, Renzi propone di destinare meno risorse dal budget comiunitario a quei Paesi che non fanno abbastanza. "I Paesi che non rispettano le regole sull'immigrazione - mette in chiaro - non possono pensare che nel prossimo bilancio dell'Ue 2020-2026 avranno ancora tutti i soldi di cui hanno goduto finora".

Ai partner, "in particolare ad alcuni Paesi dell'est" d'Europa, il capo del governo chiarisce che "è finito il tempo degli assegni in bianco".

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