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Manovra Renzi: la testa del capo Inps in cambio del salvataggio di Bonafede

Iv minaccia Tridico e il premier. Il Pd: bluffa, nei sondaggi cala

Manovra Renzi: la testa del capo Inps in cambio del salvataggio di Bonafede

La resa dei Cinque stelle sulla regolarizzazione degli immigrati mette in sicurezza la poltrona su cui siede il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. I renziani, incassata la sanatoria voluta dal ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova, allentano la pressione sul titolare di via Arenula. Intanto, nella partita tra le forze di maggioranza, i dem franceschiniani portano a casa un risultato (indigesto ai Cinque stelle): la nomina di Mario Orfeo alla direzione del Tg3 al posto di Giuseppina Paterniti. Renzi rallenta. Ma tiene ancora sulla graticola il Guardasigilli in vista del voto sulla sfiducia fissato per mercoledì in Senato: «Come ha sottolineato Lucia Annibali nel suo intervento in Aula, se Di Matteo avesse fatto certe accuse a uno dei nostri, oggi i Cinque Stelle ne chiederebbero le dimissioni con manifestazioni di piazza. Ma noi siamo diversi. Noi vogliamo ascoltare il ministro e poi decideremo anche alla luce delle conclusioni del lavoro sui contenuti in corso in questi giorni», scrive nell'enews Renzi. Tradotto: siamo qui, trattiamo. Eppure, basterebbe ripescare una dichiarazione a caso di un esponente di Italia Viva ai tempi (gennaio) dello scontro con il ministro sulla riforma della prescrizione per capire come oggi l'atteggiamento sia cambiato: prevale una linea più morbida. I contatti sono aperti su più fronti. Nello scambio rientrerebbe la poltrona della presidenza dell'Inps: i renziani puntano alla sostituzione di Pasquale Tridico (bersaglio di Iv nella gestione dell'emergenza, tra conti sbagliati e ritardi per la Cig) con un nome gradito. La testa dell'ex consulente del ministro degli Esteri Luigi Di Maio sarebbe la contropartita per il no di Italia Viva alla sfiducia contro Bonafede. La trattativa va avanti. Nel mirino del fuoco renziano c'è anche il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Renzi mette tutto sul tavolo. Spara. Con l'obiettivo di incassare quante più poltrone. Senza tralasciare il bersaglio numero uno della guerra del leader di Iv: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. I renziani giocano su più tavoli e puntano a capitalizzare in una fase di difficoltà del premier e del M5s. Ieri Renzi ha avvertito l'inquilino di Palazzo Chigi: «Nelle prossime ore, capiremo dal presidente del Consiglio se, sui punti che abbiamo posto, possiamo camminare insieme. Sbloccare i cantieri per evitare la distruzione di altri posti di lavoro è la priorità, per noi». Dal fronte Pd nessun dubbio: «È un bluff. Renzi non rompe perché i sondaggi lo danno in picchiata». Anzi, circola una battuta al Nazareno: «Iv è sotto anche Azione di Carlo Calenda». Lo spettro di elezioni anticipate suggerirebbe, dunque, all'ex rottamatore di non tirare troppo la corda. Ma c'è un altro aspetto da tenere in considerazione: la solidità dell'esecutivo. Con una forza politica costantemente in guerra, sarebbe praticamente impossibile che il governo riesca ad affrontare l'uscita dall'emergenza. Ecco, allora si cercherà di accontentare (senza strafare) Renzi.

La poltrona di Tridico potrebbe essere una buona contropartita per spegnere le intemperanze di Italia Viva.

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