Coronavirus

Il report riservato sulla corsa della variante in Europa. "Prevalente già a febbraio. Delta sparirà a marzo"

Il nuovo anno sarà legato indissolubilmente alla variante Omicron. A febbraio sarà diffusa in Europa al 90%, a marzo al 100 % e soppianterà completamente Delta

Il report riservato sulla corsa della variante in Europa. "Prevalente già a febbraio. Delta sparirà a marzo"

Il nuovo anno sarà legato indissolubilmente alla variante Omicron. A febbraio sarà diffusa in Europa al 90%, a marzo al 100 % e soppianterà completamente Delta che a sua volta ha scalzato l'originaria Alfa, quella di Wuhan. La proiezione del modello matematico di diffusione è in mano agli esperti dell'Ecdc, European Centre for Disease Prevention and Control, che ancora non diffondono la previsione per evitare allarmismi. Ma i dati che quotidianamente centellinano ai paesi membri sono la premessa che la svolta ci sarà. Presto.

La velocità con cui Omicron si diffonde è almeno tre volte quella della Delta e si fa presto ad ottenere l'effetto moltiplicatore. Basti pensare che ad una festa in Norvegia, un positivo ne ha contagiati 200. E in effetti la Norvegia «vanta» il primato degli infettati con la «new entry», ben 1.176 casi, seguita a distanza dalla Danimarca con 268 casi, dalla Francia con 130, dalla Germania con 101 casi. Nel resto dei paesi Ue i contagi viaggiano ancora a due cifre: 62 in Olanda, 73 in Belgio, 62 in Olanda, 49 in Portogallo, 27 in Italia. In 24 ore, però, nella Ue si sono contati 441 nuovi contagi. E le cene natalizie assieme alla maggior circolazione dovute a feste e vacanze faranno schizzare l'asticella all'insù. Del resto, che si vada in questa direzione lo conferma anche la dichiarazione di Hans Kluge, direttore dell'Ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'Europa secondo cui la variante Omicron «può diffondersi più velocemente della Delta ed è probabile che diventi dominante in Europa». Ma se lo scenario venisse confermato cosa servono i richiami? Moltissimo, dicono gli studi che attualmente sono validati. Il più importante è quello inglese, dove l'Omicron ormai è una realtà consolidata. Gli scienziati hanno confermato che il booster ti evita la malattia sintomatica, lieve o moderata, tra il 60 e l'80% dei casi. Diverso è il caso della malattia grave. Qui interviene un altro studio, sudafricano, in cui si dice che la terza dose protegge dalla malattia grave nel 90% dei casi. Un altro studio, questa volta presentato da Pfizer, dice che due dosi del vaccino anti-Covid di Pfizer, quindi senza richiamo, offrono circa il 70% di protezione contro la malattia grave da variante Omicron. Lo studio, si basa sui risultati di 78.000 test PCR ed è stato condotto dalla principale compagnia di assicurazioni sanitarie private del Sudafrica, Discovery, insieme al South African Medical Research Council, tra il 15 novembre e il 7 dicembre.

Il quadro epidemiologico, dunque, fa intuire che Omicron sia molto più diffusiva ma non più pericolosa. I richiami proteggono sia dalla nuova variante, sia dalla Delta ora in circolazione. In pratica, chi viene infettato ha scarse probabilità di finire in ospedale. E gli esperti di Ema non ritengono, per il momento, necessario un nuovo vaccino. La terza dose servirà ad arginare Omicron, anche se non si sa quanto durerà la protezione. Se servirà una quarta dose di vaccino magari modificato, nessuno lo sa, ma è uno scenario che riguarderà l'autunno del 2022. Per ora, gli esperti sostengono che avremo un inverno accettabile per i vaccinati, meglio ancora per chi ha già fatto la terza dose. Per i non vaccinati, invece, la vita sarà durissima. Anche se Omicron fosse meno pericolosa, potrebbe diventarlo.

Per la legge dei grandi numeri.

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