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Il mantenuto di Stato Nogarin piange: "Guadagno 40mila euro? Sono pochi"

Il grillino chiede la guida del porto di Gioia Tauro: «Non campo»

Il mantenuto di Stato Nogarin piange: "Guadagno 40mila euro? Sono pochi"

Gli elettori lo hanno fischiato, il governo lo sta stipendiando (40 mila euro l'anno) e si lamenta che non riesce a sopravvivere: «Questa cifra non è sufficiente per campare». La drammatica confessione è di Filippo Nogarin, ex sindaco di Livorno del M5s, candidato all'europarlamento, recuperato dai suoi compagni come consulente, uomo di cui sembrava non ci fosse più nulla da scrivere se non inserirlo nel lungo elenco dei mantenuti di Stato in quota Beppe Grillo. Ci siamo sbagliati. E infatti, Nogarin, che nella precedente vita era ingegnere aerospaziale, ma con la passione per il mare, a cui prometteva di fare ritorno dopo l'esperienza amministrativa, ha rivelato la sua indigenza e le prossime mosse per aggirarla: farsi assegnare un altro incarico. Reduce della sventurata campagna europea (eccellente trombato) a cui ha voluto partecipare dopo la sua dimenticabile esperienza da sindaco (è riuscito a sostituire un assessore dopo appena 48 ore dall'insediamento), Nogarin è stato assunto come collaboratore del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, e percepisce 40 mila euro l'anno. È una somma che farebbe sorridere qualsiasi italiano, ma che oggi fa piangere qualunque grillino. Conversando con Il Secolo XIX, Nogarin ha parlato delle ristrettezze che è costretto a praticare in virtù del suo stipendio: «Mi pago vitto, alloggio e trasporti: questa cifra non sarebbe sufficiente per campare perché alla fine si tratta di poco più di mille euro al mese e con una famiglia di cinque persone. Avevo uno studio che si è completamente desertificato in 5 anni di mandato. Se dovessi campare solo di questo non farei una gran vita». E non a caso non vuole più farla. In silenzio ha dunque presentato la sua candidatura per guidare uno dei più grandi scali marittimi del Mediterraneo, il cuore degli scambi tra Occidente e Oriente: il porto di Gioia Tauro. Da tutti gli esperti del settore considerato tra i più complessi da gestire con i suoi due milioni e trecentomila terminal movimentati, 1225 navi attraccate, Nogarin dovrebbe amministrarlo non si capisce per quali competenze maturate. «Dopo aver gestito un Comune si può fare di tutto» si è difeso lui che da sindaco è celebre per l'operazione La città cambia: copia incollava le buche riparate di Roma e le spacciava come buche riparate di Livorno. Siamo insomma oltre quota Danilo Toninelli. E pure i calabresi non lo vogliono. Per il governatore Mario Olivero «con incredibile disinvoltura, Nogarin confida di ambire a guidare il porto di Gioia Tauro per intascare l'indennità e risolvere i problemi finanziari della sua famiglia». L'esperienza lo ha però fatto cambiare. Da sindaco aveva subito annunciato il taglio del suo stipendio. Si chiedeva: «Come può un cittadino che deve fare le leggi vivere con uno stipendio che è l'intero anno di guadagno di un operaio?». È sulla buona strada.

Manca poco e chiederà anche l'auto blu.

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