Roma «La piazza è nostra». Lorenzo Marinelli urla all'uscita del pub. Poi si mette alla ricerca dei suoi rivali. Come in una scena di Gomorra, scimmiottando i boss della serie tv, con l'amico Daniel va a recuperare il «ferro». Pronto per ogni evenienza. Le volanti al di là della strada non li spaventano. O forse nemmeno se ne accorgono, strafatti di cocaina. Marinelli grida ancora, Manuel si gira. E viene colpito.
«Ho sparato in corsa. Ero terrorizzato, credevo fosse un altro», spiega l'uomo che ora vuole chiedere scusa alla famiglia di Manuel Bortuzzo, il nuotatore trevigiano ferito per errore. Per un assurdo scambio di persona. «Scriverò una lettera» dice piangendo il 24enne. L'amico fraterno, Daniel Bazzano, che nelle foto postate sui social è sempre accanto a lui, Rolex, tatuaggi e «capezza» d'oro in vista, dice di non sapere che Lorenzo aveva un'arma. Dice. «Quando l'ho visto davanti al distributore di sigarette ho sparato» confessa Marinelli davanti al magistrato. Paura per le minacce ricevute al pub al termine della rissa la giustificazione. «I ragazzi sono distrutti - spiega l'avvocato di Marinelli, Alessandro De Federicis - è stato un tragico errore di persona. Dopo le minacce erano spaventati. Pensavano che gli aggressori si fossero fatti sotto e così giravano su un motorino con questa pistola». Dove l'hanno presa? «Era in un campo, l'abbiamo lasciata là e all'occorrenza...» mettono a verbale.
L'occasione di usare la 38 special arriva sabato notte quando Marinelli e Bazzano si trovano davanti una decina di balordi. Discutono di affari sporchi, volano pugni. Gente legata alle famiglie Iovine e Guarnera, i casalesi trapiantati a Roma. Camorristi della «Nuova famiglia» emigrati a Roma dopo il vuoto lasciato dai cutoliani della Nco di Nicolino Selis, il «sardo della Magliana». «Quando negli anni '90 arrivano i camorristi con le loro mozzarelle di bufala - ricordano vecchi investigatori - scendono a patti con i malavitosi locali, i Fasciani. Preso possesso del territorio, monopolizzano il business delle slot machine imponendo le loro». Chi non ci sta deve fare i conti con i pugili albanesi come Kolaj Orial, ex campione europeo dei pesi medio-massimi. La Dia a più riprese spedisce in galera per associazione a delinquere di stampo mafioso la famiglia Iovine a cominciare da Mario «Rififi», cugino del fondatore dei Casalesi morto ammazzato in una cabina telefonica a Cascais, Portogallo.
Marinelli, un figlio nato un mese fa, viene da una famiglia di Acilia legata proprio ai casertani. Lo zio, Stefano Marinelli, era agli arresti domiciliari per spaccio di droga quando muore per una grave malattia. Il suo funerale, blindatissimo, è nella chiesa di San Giorgio. Fabio Marinelli, fratello e padre di Lorenzo, si presenta scortato dalle guardie penitenziarie. Ancora oggi è in carcere per spaccio di sostanze stupefacenti.
Lorenzo è conosciuto a polizia e carabinieri sempre per droga. Anche suo «fratello» Daniel. Un gruppo di criminali ben radicato, che ricicla soldi a palate: solo nel 2016 la guardia di Finanza sequestra agli Iovine-Guarnera di Acilia 25 milioni di euro.
Stabili, intanto, le condizioni di Manuel. Il questore di Roma Guido Marino ha espresso la propria vicinanza alla famiglia dell'atleta ferito.
Franco Bortuzzo ha ringraziato gli agenti del commissariato Ostia e della squadra mobile romana. «Sono i miei angeli» ha detto. Intanto è prevista oggi la convalida del fermo. «Staremo vicini a Manuel in ogni maniera» promette il vicepremier Matteo Salvini.
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