Tre italiani su 4 hanno paura di un attacco terroristico, il 54% dichiara che sta cambiando abitudini per effetto dell'incubo jihadista e otto persone su 10 approvano un aumento dei controlli per garantire più sicurezza.
I dati sono stati raccolti dall'istituto Demoskopika e confermano la percezione di uno «stato di assedio» incombente. La mappa che l'istituto demoscopico ha costruito sulle possibili infiltrazioni terroristiche, intanto, vede la Lombardia nel centro del mirino, in testa alla classifica italiana e unica regione con alto rischio potenziale. Il cosiddetto «Italian Terrorism Infiltration Index 2016» ideato da Demoskopika è stato tracciato sulla base di tre indicatori: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in territorio italiano e gli stranieri residenti in Italia provenienti dai primi cinque paesi considerati la top five del terrore dall'Institute for Economics and Peace (lep) nello studio «Global Terrorism Index 2016»: Iraq, Afghanistan, Pakistan, Nigeria e Siria. E sono 195 mila gli stranieri residenti in Italia provenienti dai Paesi di questa «top five».
Secondo Demoskopika, le sezioni terrorismo delle procure che operano nei distretti giudiziari di Lombardia, Lazio e Campania hanno autorizzato il 60% del totale delle intercettazioni italiane: 2.740 utenze in Lombardia (34,3%), 1.124 nel Lazio (14,1%) e 937 «bersagli» in Campania (11,7%). Dal 2005 al 2014 sono state 7.991 le utenze controllate su autorizzazione delle procure per indagini su presunti reati di terrorismo internazionale e interno. E l'attività di «ascolto» è cresciuta nel corso dell'ultimo anno: 627 controllati a fronte dei 481 «bersagli» del 2013 con un aumento pari al 30,4%.
La ricerca è stata condotta a fine dicembre - nei giorni dell'attentato di Berlino quindi - ma oggi dalla giunta guidata da Roberto Maroni arriva un nuovo allarme: «Per il secondo anno consecutivo - avverte l'assessore alla Sicurezza e all'immigrazione, la leghista Simona Bordionali - registriamo come la Lombardia sia la regione a più alto rischio di infiltrazione terroristica. Dal nostro territorio sono passati diversi terroristi internazionali e sono stati rimpatriati numerosi lupi solitari accusati di connivenza con lo Stato islamico». «La situazione è allarmante - sintetizza l'assessore - Dobbiamo sradicare la piaga dell'estremismo islamico prima che si verifichi un attentato». «I fondamentalisti islamici - aggiunge Bordonali - non sono compatibili con la nostra cultura e con la nostra civiltà. Purtroppo notiamo spesso come siano i giovani a propagandare ideologie jihadiste, segno del fallimento di un processo di integrazione promosso da buonisti e dalla sinistra».
Dopo la Lombardia, nettamente staccate seguono Lazio, Emilia Romagna e Piemonte. Rischio intermedio per Veneto, Campania e Toscana. Le altre regioni sono considerate a basso rischio di infiltrazione terroristica.
Al di là del pericolo concreto, comunque, il terrorismo sembra condizionare già la quotidianità degli italiani, a punto che oltre il 54% degli intervistati non ha esitato ad ammettere un cambiamento delle abitudini a causa della minaccia terroristica. Così, se il 40% degli italiani ha programmato una vacanza, in Italia o all'estero, ben l'11,2% (6 milioni) ha fatto marcia indietro rinunciando a partire.
A cambiare programmi annullando la vacanza sono stati principalmente i giovani. Al contrario, gli italiani che non ci stanno a farsi cambiare le abitudini - in questo la caso la destinazione di un viaggio - superano di poco il 30%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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