Il bianco e il nero

"Alleato del Pd? Solo se...". "Quello di Conte è un 'pacifinto'"

Giuseppe Conte continua a mettere in dubbio gli aiuti militari all'Ucraina. Ecco le opinioni dei senatori Andrea Marcucci (Pd) e Ignazio La Russa (FdI)

Marcucci: "Conte alleato del Pd? Solo se..." La Russa: "Quello di Conte è un 'pacifinto'"

La posizione pacifista di Giuseppe Conte continua ad agitare il panorama politico italiano. Per Il bianco e il nero ne abbiamo parlato con i senatori Andrea Marcucci (Pd) e Ignazio La Russa (FdI).

A che gioco sta giocando Giuseppe Conte?

La Russa: “Conte fa un gioco disperato. Non credo stia facendo l’interesse degli italiani e non so fino a che punto l’interesse dei Cinquestelle. Sicuramente sta facendo il gioco nell’interesse di una fazione, più o meno grossa, dei pentastellati che sta conducendo una battaglia contro Luigi Di Maio”.

Marcucci: “Conte insegue i sondaggi, ignorando la responsabilità a cui è chiamata una forza politica in una situazione così delicata come quella che l’Europa sta vivendo adesso con la guerra all’Ucraina. Ho già giudicato molto pericolosa la china che sta assumendo il M5S”.

Dopo il voto alla Craxi, è nata una nuova maggioranza, come sostiene Conte?

La Russa: “No, ieri è stato naturale per Fratelli d’Italia scegliere un esponente storico del centrodestra come Stefania Craxi anziché un esponente del M5S. Per chi avemmo dovuto votare? Quel voto, che è anche ad personam, non poteva che essere a favore della Craxi e che non presuppone nulla di diverso. Noi siamo di centrodestra e tutte le volte che c’è stata una proposta di centrodestra, presentata in Parlamento, noi l’abbiamo sempre votata. Non c’è nessuna novità”.

Marcucci: “Conte sbaglia completamente. L’elezione di Stefania Craxi ha una dinamica parlamentare evidente, il governo Draghi non c’entra nulla. Se si voleva trovare un candidato unitario alla presidenza della commissione Esteri, ci si doveva muovere in questa direzione fin da subito. Auguro buon lavoro a Stefania Craxi e mi sento rassicurato dalla sua posizione fieramente atlantista”.

Oggi, dopo l’intervento di Draghi alle Camere, Conte ha ribadito la sua contrarietà all’invio di nuove armi. Lei cosa ne pensa?

La Russa: “Penso che Conte è alla ricerca disperata di uno spazio di consensi che evidentemente non ha e con cui spera di frenare l’emorragia di voti del suo partito. Nel merito, è un errore non aiutare l’Ucraina a difendersi. Che cosa gli vogliamo dare? Elmetti e scudi medioevali? È chiaro che gli devi dare armi per difendersi e per ricacciare fuori dal proprio territorio gli invasori. Così facendo, non difendiamo solo Kiev, ma anche Berlino, Parigi, Roma e Varsavia. Se, poi, noi fossimo l’unico Paese europeo a non aiutare l’Ucraina, noi usciremo dal contesto occidentale e saremo considerati i soliti paria e avremo un danno economico e militare molto grave”.

Marcucci: “Conte ed aggiungo io Salvini, sono fuori strada. È il sostegno anche militare all’Ucraina che costringerà la Russia ad intavolare trattative vere. Ha detto bene Draghi in Parlamento: l’Europa è per il cessate il fuoco e per la pace. Pace che si può raggiungere solo con la sottoscrizione piena dell’Ucraina”.

Ritiene che Conte, per coerenza, dovrebbe togliere la fiducia al governo Draghi?

La Russa: “Per coerenza non avrebbero mai dovuto far nascere questo governo che è figlio di posizioni incompatibili. Se prima hanno trovato tutte le scuse per non andare a votare, non mi illudo che ora possa bastare una divergenza su un evento extra-nazionale o, peggio, sulla poltrona della presidenza di una commissione che, per i grillini, forse è più grave della guerra”.

Marcucci: “Il governo serve al Paese fino all’ultimo giorno di lavoro della legislatura. L’interesse dell’Italia viene molto prima dell’eventuale interesse della Lega e del M5S”.

Conte, in politica estera, sembra tenere una posizione ambigua e, a volte, vicina a quella del professor Orsini. È un ‘pacifismo’ dannoso?

La Russa: “È un ‘pacifinto’, un pacifismo a senso unico che assomiglia a quello di chi voleva che l’Occidente rimanesse inerte quando nel ’56 i carriarmati sovietici invasero Budapest o quando nel ’68 il comunismo uccise la primavera di Praga. È il pacifismo di chi, tre o quattro settimane fa, ci diceva che non dovevamo aiutare l’Ucraina perché tanto i russi l’avrebbero invasa in pochi giorni e non si sarebbe fatto altro che prolungare un’inutile sofferenza. Ora dicono che l’Ucraina non va aiutata perché potrebbe persino battere la Russia e portare Putin a inasprire la sua reazione. Tutte le scuse sono buone per far sì che ritorni una sorta di pacifismo a senso unico che è figlio di una certa sinistra e che il Pd, per fortuna, ha abbandonato. Rimane, però, in alcuni ambiti della politica italiana”.

Marcucci: “Io credo che le alleanze elettorali dovranno essere fatte con l’adesione ad alcuni punti non negoziabili: agenda Draghi, europeismo, atlantismo.

Non credo che il professor Orsini sottoscriverebbe un’intesa programmatica del genere".

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