
Olio bollente sul serial killer delle escort e accuse di corruzione e droga. Indagati sette agenti della penitenziaria per rifiuto di atti d'ufficio, lesioni colpose, corruzione. Non solo. Messo a soqquadro il carcere La Dogaia di Prato dove Vasile Frumuzache, la guardia giurata reo confesso di due omicidi, viene aggredita e ustionata da un altro detenuto, cugino della prima vittima di Vasile, Ana Maria Andrei, 27 anni, strangolata e abbandonata nelle campagne fra Prato e Pistoia nell'agosto 2024. Sotto accusa tre guardie penitenziarie che hanno assistito all'aggressione senza muovere un dito. Altri quattro agenti indagati per corruzione, per aver permesso l'ingresso di cellulari e droga in cambio di migliaia di euro al mese.Perquisiti 127 detenuti, alcuni boss di mafia.
Risultato? Sequestrati 34 smartphone, varie sim card e droga. Telefonini infilati nei pacchi alimentari e "fumo" ovunque con la complicità delle guardie a libro paga di malavitosi e mafiosi di rango. Hashish e cocaina, secondo la Procura, arriva dietro le sbarre tramite palloni, droni e persino lanciata oltre il muro di cinta con le fionde. A raccoglierla detenuti particolari, con più libertà di movimento di altri, che la consegnano ai destinatari. I telefoni vengono infine nascosti nelle pentole, negli elettrodomestici, nei sanitari dei bagni, in buchi nei muri, sotto i wc, nei frigoriferi, in doppifondi, nei piedi dei tavoli, nei calzini. Persino nella cavità anale di alcuni carcerati.
Obiettivo del blitz disposto dal procuratore capo Luca Tescaroli, il reparto Alta Sicurezza dove alloggiano 111 detenuti, alcuni ristretti con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso o camorristico. E tra questi sono 14 gli indagati, tutti italiani, per detenzione illegale di droga e cellulari. Perquisizioni anche nel reparto Media Sicurezza, negli spazi comuni di 16 detenuti, di cui altri 13 indagati per un totale di 27 ai quali viene notificato l'avviso di garanzia.
Sul caso Frumuzache, nonostante le direttive impartite dalla Procura al comandante del carcere e l'assicurazione di garantire la sua sicurezza, il 6 giugno un detenuto viene "Lasciato del tutto libero - scrive il pm - di versargli un pentolino di olio bollente intriso di un bicchiere di zucchero, sul volto e sugli arti". "È un dato di fatto - spiega il procuratore Tescaroli - che non si è riusciti ad assicurare il richiesto controllo e protezione nei confronti del Vasile Frumuzache, poche ore dopo il suo ingresso in carcere". La struttura carceraria pratese è caratterizzata da un apparente massiccio tasso di illegalità e dalla estrema difficoltà di assicurare la sicurezza passiva dei detenuti e da un'insufficienza di personale. La massiva e diffusa disponibilità di telefonare con assoluta libertà appare collegata a fenomeni corruttivi ipotizzati di agenti penitenziari a libro paga in fase di verifica, al mancato controllo nel corso della giornata in spregio ai propri doveri e alla tolleranza di alcuni appartenenti alla polizia penitenziaria e alla mancanza di strumenti di controllo, laser scanner, per la corrispondenza diretta ai detenuti.
Altre 10 perquisizioni a dieci indagati per
favoreggiamento a Napoli, Arezzo, Roma, Firenze e Pistoia. Secondo le indagini, le schede telefoniche inviate in galera venivano attivate con intestatari fittizi in negozi di telefonia di Roma e Napoli. Adesso si temono rivolte.