«Non credo che l'alleanza tra Lega e Forza Italia sopravvivrà alle elezioni europee perché Salvini ha un progetto egemone, con la Lega che assorbe tutto il resto. Non dico che Forza Italia si farà assorbire, ma se vanno sotto il 5 per cento di fatto spariscono, ed è un rischio per loro se non si danno una mossa».
Roberto Maroni - nella sua seconda vita docente di «pragmatica politica» all'Università di Pavia e autore di un libro sul «Rito ambrosiano», ovvero sull'approccio concretamente lombardo di fare politica opposto alla «politica romana» - dice la sua sul momento del centrodestra, parlando con Maria Latella e Oscar Giannino su Radio 24. L'ex governatore lombardo detta le sue previsioni sul futuro politico italiano e individua un orizzonte di alleanze del tutto rivoluzionato, un orizzonte che forse potrebbe prendere corpo già all'indomani delle elezioni europee. Con una profezia: quella di una Lega pigliatutto, determinata a fare un sol boccone del centrodestra. «Un grande successo elettorale della Lega potrebbe far nascere un nuovo sistema bipolare, la vera Terza Repubblica, con Salvini e la Lega da un lato e dall'altro un guazzabuglio con grillini e sinistra. Secondo me il leader di questa formazione potrebbe essere più Alessandro Di Battista che Roberto Fico. Per fare il leader politico non serve la dimensione istituzionale ma la leadership, che mi sembra Di Battista abbia».
«Reggerà l'alleanza tra Salvini e Di Maio oppure, come io ipotizzo, si andrà a elezioni anticipate nella primavera 2020?» si chiede nel suo libro «Il Rito ambrosiano». Dal futuro al presente. Parlando del governo gialloverde, Maroni separa il giudizio sui due principali azionisti: «Io sostengo Salvini e quello che fa lo fa bene, la delusione è Di Maio. E tuttavia non credo sia possibile staccare la spina a questo governo sapendo che non ci sono alternative». L'ex presidente della Regione Lombardia - che avrebbe consigliato a Salvini di promuovere dopo le Europee una riforma costituzionale in senso presidenzialista - esclude però un suo ritorno alla politica. «Ormai sono vecchio, solo in Italia ci sono i politici di professione che durano fino a 80 anni».
Lo scenario proposto da Roberto Maroni viene analizzato con attenzione da Stefano Parisi che lancia un appello a una discussione seria nell'area liberale e popolare. Per Forza Italia la replica è firmata da Mara Carfagna. «Non so se la Lega abbia un progetto di egemonia, ma certamente Forza Italia non si lascerà egemonizzare da nessuno. Non è un problema di sigle, ma di elettorato, idee, sensibilità: senza un grande partito conservatore, riformista ma moderato, nessuno può pensare di vincere le elezioni. Vince solo un centrodestra plurale. A oggi non esiste una alternativa al centrodestra: basta vedere cosa sta succedendo con la Tav. L'alleanza innaturale con i Cinquestelle ha causato una sollevazione contro la Lega, che non può finire a rimorchio di quelli che vogliono la decrescita felice».
E in serata il sondaggio Swg per il Tg de La7 mostra dati non del tutto esaltanti per il governo Conte il cui gradimento scende al 42% contro il 53% dell'11 giugno scorso. La Lega perde uno 0,2 passando dal 30,6 al 30,4%, più forte la contrazione di M5S che passa dal 29% al 28,2. Forza Italia, invece, registra un segno positivo passando dal 7,9 all'8,3 e risale anche FdI dal 3,5 al 3,9.
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