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"Mattarella ora mi fa schifo..." I pm indagano sul leghista per vilipendio

Il deputato della Lega, Comencini, sarebbe sotto indagine per vilipendio dopo una frase pronunciata dal palco di Pontida all'ultimo raduno del Carroccio

"Mattarella ora mi fa schifo..." I pm indagano sul leghista per vilipendio

Il deputato della Lega Vito Comencini è finito sotto inchiesta per vilipendio. A inguaiare l'esponente del Carroccio sono state alcune frasi pronunciate dal palco di Pontida all'ultimo raduno della Lega. Nel corso del suo intervento, Comencini avrebbe detto: "Questo presidente della Repubblica - lo posso dire? - mi fa schifo. È un presidente che se ne frega del 34% degli italiani". Una frase quella del parlamentare della Lega che ha portato la procura di Verona a inviare il fascicolo a quella di Bergamo per competenza dando il via ad una indagine. L'inchiesta di fatto ha preso il via dopo un esposto presentato da Mao Valpiana, un esponente del Movimento non violento di Verona. E all'Adnkronos Comencini ha commentato l'inchiesta a suo carico: "Io indagato per vilipendio a Mattarella? Certo, ammetto di aver sbagliato i toni, ma rivendico diritto di critica". Poi il deputato della Lega ha affermato di attendere gli esiti dell'indagine e di non voler rilasciare altre dichiarazioni: "Gli inquirenti - spiega - faranno le dovute verifiche. A me non è arrivato nulla, sono sereno, non rilascio dichiarazioni". Sulle parole pronunciate dal palco di Pontida però adesso corregge il tiro: "Ha detto bene Salvini - dice - ho sbagliato i toni e i termini, lo ammetto, non aggiungo altro, ma rivendico il mio diritto di critica".

Solo qualche settimana fa la prcura di Viterbo aveva aperto un fascicolo sul sindaco di Vasanello, Antonio Porri che aveva girato la foto di Mattarella nella sala del consiglio comunale. Il tutto per protestare contro gli esiti della crisi di governo finita con l'accordo tra Pd e M5s per la nascita del governo giallorosso. "Hai dimostrato di essere di parte... E io ti ho "capovolto"... Come si capovolgono i ruoli", si era sfogato Porri sulla sua pagina Facebook. Anche in questo caso non tutti i compagni di partito hanno condiviso la scelta del primo cittadino. Uno dei suoi assessori si è dissociato da un gesto che ha definito "personale".

"Io sono per la libertà di idee, di pensiero, di parola e di opinioni", ha commentato Matteo Salvini al termine di un evento sulla Settimana del sordo in piazza Duomo a Milano. "Non si devono mai esagerare i toni - ha aggiunto il leader del Carroccio - ma processare le idee non è degno di un Paese civile. Un conto è la minaccia, l'insulto, la diffamazione. Un'idea può piacere o non piacere, però rimane un'idea". E a chi gli ha chiesto se non si dovesse chiedere scusa a Mattarella, l'ex ministro dell'Interno ha ricordato che lui stesso, a Pontida, aveva detto che non avrebbe mai usato quei toni. "Dopo di che - ha concluso - se mi chiede se era meglio andare al voto piuttosto che dare vita a questo governo di venduti sì".

Insomma, "la forma è sbagliata, la sostanza è assolutamente condivisibile".

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