«Combattuto». Così, chi è di casa a Palazzo Grazioli, descrive Silvio Berlusconi nel day after del faccia a faccia con Matteo Renzi. Un incontro teso e, soprattutto, inconcludente. Il braccio di ferro sulla legge elettorale, infatti, è destinato a riprendere al più tardi la prossima settimana, tanto che nelle sue conversazioni private il leader di Forza Italia non esita a parlare di impasse ed auspica che il week end possa «portare consiglio». Sul merito della trattativa ma anche sulla tempistica, che poi è uno dei principali oggetti del contendere. Il premier vorrebbe infatti accelerare, così da approvare l'Italicum al Senato entro dicembre e «dare un segnale al Paese». Berlusconi, invece, teme che dietro tanta fretta ci sia la tentazione delle elezioni anticipate e non vuole «consegnare» a Renzi «la pistola con cui fargli esplodere il colpo decisivo» - cioè una nuova legge elettorale - prima che si chiuda la finestra di primavera.
Lo stallo, dunque, è totale. Non solo tra il Pd e Forza Italia, ma anche all'interno dello stesso partito azzurro, con Denis Verdini che spinge per il premio di maggioranza alla lista e il resto dei big di piazza San Lorenzo in Lucina che insistono sul premio alla coalizione. Ed è in questo quadro che Renzi decide di mostrare i muscoli. Lo fa con Maria Elena Boschi che evoca «l'attimo fuggente» e fa sapere che sulla legge elettorale si andrà avanti anche senza Forza Italia. E poi con Lorenzo Guerini che plaude l'intesa Pd-M5S su Consulta e Csm e auspica si continui con «soluzione condivise». Come a dire che se gli azzurri dovessero sfilarsi, Renzi è pronto a discutere una nuova legge elettorale con i grillini. Uno scenario che non convince molto Berlusconi. «Non credo - è il senso dei suoi ragionamenti delle ultime ore - che davvero pensi di sostituirmi con Grillo». Il rischio, invece, potrebbe essere piuttosto un altro. Che Renzi metta sul piatto uno sbarramento non più al 5% ma al 2 e riesca così a portarsi a casa i voti di Sel, Fratelli d'Italia e Ncd. A quel punto non ci sarebbe più bisogno di Forza Italia per approvare una nuova legge elettorale. Una prospettiva, raccontano da Palazzo Chigi, su cui il premier sta lavorando seriamente.
Quella che si sta giocando, insomma, è una vera e propria partita a poker che, probabilmente, vincerà chi saprà bluffare meglio. Con un Berlusconi che però resta ancora perplesso dall'accelerazione di Renzi. Che ieri è arrivato a mettere in dubbio il patto del Nazareno. «Scricchiola», ci ha tenuto a dire. Tanta fretta sulla legge elettorale secondo il leader di Forza Italia non è però giustificata, anche perché - è il senso delle sue riflessioni - una legge operativa c'è ed è il Consultellum. Solo che, fa notare Laura Ravetto, «con quella Renzi non tornerebbe a governare».
E qui si ritorna alla lotta che sta attraversando in questi giorni Forza Italia, con Verdini da una parte e il resto dei big azzurri dall'altra. Uno scontro senza quartiere che lascia sul campo la candidata alla Corte costituzionale di Forza Italia Stefania Bariatti, impallinata dalla fronda interna con annessa sfuriata tra Renato Brunetta e Verdini. Di cui c'è chi chiede apertamente la testa. Chissà se è anche per questo che quando l'ambasciatore azzurro si ferma in Transatlantico a parlare con Guerini i toni sembrano piuttosto concitati. «Era contrariato», dirà il vicesegretario del Pd. «Sono pronto a lasciare il mio posto a chi lo vuole», le uniche parole di Verdini.
Che fine farà, quindi, il patto del Nazareno? Se Renzi dice
che «scricchiola», la Rossi parla di una «pausa di riflessione». Dovesse saltare - confidava ieri Berlusconi in privato, senza nascondere una certa preoccupazione - non sono certo stato io quello che ha tradito gli accordi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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