Roma - Una frittura di pesce per riconquistare la guida del Pd: Matteo Renzi ci riprova. L'ex premier si affida in Campania al «mago» delle clientele (citazione di Vincenzo De Luca) Franco Alfieri: il sindaco di Agropoli, rimbalzato agli onori della cronaca nazionale perché sollecitato in occasione del referendum del 4 dicembre dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a regalare fritture di calamari e seppie ai suoi concittadini per convincerli a votare Sì alla consultazione elettorale, sarà capolista della compagine renziana alle primarie del 30 aprile nel collegio del Cilento, in provincia di Salerno. Il primo cittadino che è anche consulente del governatore De Luca per l'Agricoltura si prepara, dunque, a fare il grande salto in assemblea nazionale. E con una promessa: «Pesce fresco per tutti».
Battute a parte, la candidatura di Alfieri sta facendo storcere il naso a tanti anche all'interno dei democratici soprattutto nella componente dei giovani dem. Con la candidatura del sindaco che fa incetta di consensi nel comune di Agropoli Renzi ha chiuso le porte del Pd campano a ogni ipotesi di rinnovamento della classe dirigente. Alfieri alle ultime elezioni regionali in figurava tra i candidati al Consiglio regionale nella lista del Pd nonostante fosse indagato. A poche ore dalla presentazione delle liste, il sindaco si ritirò pare in seguito al pressing che arrivò dal vicesegretario nazionale dei Dem Lorenzo Guerini. All'indomani della bocciatura alle Regionali, per Alfieri è arrivata la ricompensa politica con la nomina di consulente per l'Agricoltura del presidente De Luca. Ora la chiamata giunge direttamente da Roma, dal segretario nazionale Renzi che lo ha scelto come punta di diamante della sua mozione nel territorio cilentano. Una mossa elettorale per blindare un pacchetto di voti. Alfieri è bravissimo a raccattare preferenze: non a caso è stato rieletto sindaco di Agropoli con l'89 % dei consensi. In Campania a creare malumori nel Pd non è solo la candidatura del politico agropolese ma anche quella di Piero De Luca, figlio del presidente della Regione Campania: una operazione che spiana la strada del figlio d'arte verso il Parlamento. De Luca jr guiderà la lista dei renziani nel collegio della città di Salerno: l'enfant prodige di casa De Luca si misurerà nel regno del padre. Sulla strada di Piero De Luca non c'è solo la passione per la politica ma anche un processo che inizierà il prossimo 29 maggio. Il figlio del governatore è stato rinviato a giudizio nell'ambito di una inchiesta sul crac della società immobiliare Ifil. Il reato contestato a Luca jr è bancarotta fraudolenta: è accusato di aver usufruito del pagamento di viaggi in Lussemburgo per complessivi 13mila euro tra il 2009 e il 2011 più altri benefit. I biglietti, secondo la Procura, sarebbero stati pagati dall'imprenditore Mario Del Mese, socio al 50 per cento della società immobiliare Ifil e nipote dell'ex parlamentare Uder Paolo Del Mese. In Campania regge, dunque, il patto della frittura di pesce, nonostante gli attacchi: Gaetano Amatruda, vice coordinatore provinciale di Forza Italia a Salerno, parla «di modello politico che ammazza il merito».
Renzi, dal canto suo, sa bene che la Campania potrebbe risultare decisiva per la vittoria alle primarie del 30 aprile contro Andrea Orlando e Michele Emiliano. E in Campania il successo passa, inevitabilmente, per il sostegno di Vincenzo De Luca. Fritture di pesce comprese.
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