"Faccio un appello ai dirigenti: bloccate le macchine della divisione. Non andatevene, venite. Partecipate. Le porte sono aperte, nessuno caccia nessuno". Così l'ex premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, in un'intervista al Corriere della Sera, sottolineando che il Pd "può ancora essere salvato". "Ma un partito democratico - precisa il segretario dem - non può andare avanti a colpi di ricatti. Apriamo le sedi dei circoli e discutiamo".
"Due settimane fa erano in tv per promuovere la raccolta di firme per chiedere il congresso e adesso chiedono di rinviare il congresso? Basta polemiche, vi prego. Non c'è luogo più democratico del congresso per parlare del futuro dell'Italia", aggiunge Renzi riferendosi alla minoranza del Pd. "Io voglio evitare qualsiasi scissione. Se la minoranza mi dice: o congresso o scissione, io dico congresso. Ma se dopo che ho detto congresso loro dicono 'comunque scissione', il dubbio è che si voglia comunque rompere. Che tutto sia un pretesto. Toglieremo tutti i pretesti, tutti gli alibi".
Quanto alle prossime elezioni, "chi lo sa? La data del voto interessa solo gli addetti ai lavori", rimarca Renzi, si può arrivare alla fine della legislatura, "in teoria", ma "in pratica deciderà il presidente della Repubblica, sulla base della situazione politica". "Mandarlo a casa? Ma perché queste banalità?", replica poi alla domanda se abbia fretta di far cadere il premier, "Gentiloni merita il nostro sostegno sempre". Infine arriva l'affondo su D'Alema che in questa partita è il nemico numero uno del segretario del Pd: "D'Alema nutre nei miei confronti un rancore personale che è evidente. Non voglio più polemiche. C'è stato un tempo ormai lontano in cui lui ha rappresentato la speranza di fare le riforme in Italia: adesso conduce solo battaglie personali.
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