
È riuscita a sedersi dietro al banco assieme ai suoi compagni solo nel primo giorno di scuola. Il resto dell'anno S., 18 anni, di Cesano Maderno (Monza) lo ha passato in ospedale, reparto di oncoematologia al Bambino Gesù di Roma. Ha sostenuto l'esame di maturità lì, con la commissione che l'ha raggiunta per interrogarla: 100/100. E lei quel voto se lo tiene ben stretto. Ci è arrivata con grinta, paura, impegno, una fatica immane.
Cappellino in testa e segni delle flebo nel braccio, anche A., liceo scientifico Mazzini di Napoli, ce l'ha fatta. E ha perfino fatto commuovere la commissione d'esame per la passione con cui ha recitato A Silvia di Leopardi.
D., liceo scientifico di Fondi, Latina, paraplegico e affetto da distrofia muscolare di Duchenne, dopo un brutto incidente è stato ricoverato da gennaio a marzo in terapia intensiva. Non solo ha preso il massimo dei voti ma si è portato a casa anche la lode. E mai e poi mai scriverebbe al ministro Giuseppe Valditara per chiedere di abbassargli il voto. Altro che "lotta al sistema ingiusto": dietro quel voto c'è la tenacia di chi ha la vita un po' più difficile degli altri. E quindi ha imparato a dare valore ai traguardi. Che vanno festeggiati, non snobbati. Che tutto sono fuorché scontati.
"I risultati di questi ragazzi - commenta il ministro all'Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara - sono storie commoventi, di giovani che hanno creduto nella scuola, che hanno accettato sfide serie, talvolta drammatiche con forza, entusiasmo, responsabilità".
Come loro ci sono "tantissimi ragazzi che credono nella scuola, vivono ogni giorno con entusiasmo, responsabilità e impegno la sfida di crescere e di apprendere. Con forza di volontà e serietà, inseguono i propri talenti, investono sul loro futuro pur partendo da condizioni sociali, familiari e a volta anche di salute svantaggiate".
Per questo il ministero ha deciso che ogni anno ci sarà una speciale menzione che premi gli esempi più virtuosi. "A fine luglio ne parleremo nel corso dell'incontro con le Consulte degli studenti e contiamo di poter partire già a settembre - spiega Valditara - Perché la scuola è una grande storia collettiva che si scrive e si rinnova ogni giorno. E i ragazzi con la loro personale storia ne sono gli straordinari protagonisti".
La decisione arriva anche come risposta agli "attivisti della maturità", che si sono rifiutati di sostenere la prova orale (sicuri di essere comunque promossi) o hanno chiesto di abbassare la votazione: l'ultimo caso di esame "boicottato" è quello di Pietro Marconcini, 19 anni, studente del liceo scientifico Plinio Seniore di Roma, che ha voluto farsi abbassare il voto da 83 a 60.
Il motivo? Lo scrive lui stesso: "Per tutte le lacrime versate, per tutte le crisi nervose avute, per tutte le prese in giro, le critiche subite a causa di un sistema scolastico alienante e cieco, per tutti i sorrisi che ci sono stati sottratti". Ma la maturità - lo scoprirà anche Pietro un giorno - passa anche da lì: dalle lacrime versate, dalle uscite saltate e dai momenti di nervoso.
Altrimenti diventa un'amena passeggiata dove non c'è ombra né del senso della conquista né del valore dell'impegno. Per evitare che la scena muta all'orale della maturità diventasse una moda, il ministero lo ha detto subito chiaro: "Chi non risponde alla commissione per scelta verrà bocciato". Una linea dura criticata da molti ma che è risultata necessaria per salvare la credibilità di un sistema che, seppur migliorabile, rappresenta uno spartiacque importante (e anche poetico) nella crescita di un ragazzo.
La maturità di quest'anno racconta di due Italie: da un lato quella che boicotta e non entra-in-partita (e che - ahimé - abbiamo già assaggiato e pagato pesantemente col 6 politico del Sessantotto) e una che sa di essere penalizzata ma vuole giocare. Allora lo fa nell'unico modo in cui può farlo: faticando il doppio per ottenere lo stesso risultato degli altri. Ma anche gioendo il doppio quando lo ha raggiunto.
Ecco, la categoria di chi non
molla d'ora in avanti verrà premiata (il ministero è anche al Merito). E, c'è da scommetterci, chi un giorno il "sistema" lo cambierà davvero arriverà da quelle file, non da chi boicotta. Non da chi snobba senza ideologia.