Maxi-traffico di clandestini: blitz all'alba con 16 arresti

Luca Fazzo

Sei concessionarie d'auto usate, sparse nell'Alta Brianza: pochi affari, in apparenza. Ma il vero business dei siriani che controllavano le concessionarie non era smerciare auto ma esseri umani. Era dietro quelle aziende che si nascondevano i terminali in Italia della rete che si arricchisce col traffico di clandestini provenienti dalle zone più disastrate del medio Oriente. Siriani, prevalentemente, taglieggiati da altri siriani: ma nell'organizzazione criminale, a cavallo tra l'Italia e i Balcani, c'erano personaggi di ogni genere. E, una volta tanto, gli italiani facevano la parte dei gregari: autisti, passatori, e poco più.

L'ordine di cattura ottenuto dalla procura di Como era pronto, ma si è dovuto aspettare per riempire la rete il più possibile. Ieri all'alba vengono arrestati in 16, altri 5 trafficanti destinati all'arresto rimangono latitanti. Nell'elenco ci sono 4 magrebini e un libanese, tutti gli altri sono siriani, arrivati e accolti in Italia come fuggiaschi dalla guerra, e in realtà criminali. Solo dagli interrogatori e dagli sviluppi successivi si potrà capire se siano sbarcati in Italia già con l'obiettivo di creare il network o se siano stati arruolati successivamente. Di certo c'è che la struttura operativa era complessa, e solo la sezione investigativa creata all'interno di Europol per combattere il business dell'immigrazione clandestina è riuscita a ricostruire, con mesi di intercettazioni e pedinamenti, tutti i tasselli dell'organizzazione. Cinquecento euro a testa, questo ogni disperato doveva sborsare per essere trasportato fin nel cuore della vecchia Europa. Punto di partenza per tutti l'Ungheria, il Paese che nonostante si stia circondando di frontiere chiuse e muri di filo spinato continua ad essere il passaggio in Europa per chi proviene dalle zone di guerra. Lì i migranti venivano raccolti dall'organizzazione e caricati su auto che aggirando i controlli successivi raggiungevano l'Austria, l'Italia e la Germania. Si parla di centinaia e centinaia di esseri umani, un ricco business che alimentava le casse dell'organizzazione. Ieri negli ambienti investigativi non trova conferma la notizia secondo cui una parte dei proventi tornava nelle zone di guerra, a finanziare lo scontro in atto. Ma non sarebbe la prima volta che la mano degli integralisti viene individuata dietro i clan che si arricchiscono col traffico di uomini, donne e bambini.

Infine, la notizia del trasferimento della

Voloire, il reparto che dice addio a Milano: da giovedì trasloca a Vercelli. Oggi cerimonia di commiato alla caserma Santa Barbara, dove si sposteranno i soldati della «Montello», che diventerà invece centro di accoglienza.

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