Da Mdp a Sinistra italiana, il no al Pd si allarga

"Il Pd vuole solo liste civetta", dice Roberto Speranza. E tuona: "Renzi nome del passato". Bersani: "Io non chiudo le porte, però...". Riuscirà Prodi a tenere insieme le turbolente anime della sinistra? Pisapia ci crede: "Ce la possiamo fare"

Da Mdp a Sinistra italiana, il no al Pd si allarga

Sembra davvero difficile che la sinistra rimetta insieme tutti i pezzi e che torni il sereno tra il Pd renziano e le altre forze della galassia progressista. Non perché lo diciamo noi. Basta leggere le dichiarazioni dei vari esponenti schierati a sinistra del Pd per comprendere che il clima è incandescente e che, a parte Pisapia e il suo "Campo progressista", c'è poca voglia di sotterrare l'ascia di guerra. I conti sul recente passato, che ha portato a spaccature e viscerali divisioni, ancora non sono stati fatti e a dominare la scena è tuttora un profondo astio. C'è chi pensa che la soluzione sia quella di affidare il ruolo di garante (e mediatore) a Romano Prodi, che forse non si tirerebbe indietro, a condizione però che ci sia, tra le varie parti, la voglia di dialogare veramente. Nel frattempo il Professore ha incontrato Renzi (i due hanno avuto un "lungo e cordiale colloquio", spiega l'ufficio stampa di Prodi). Oggi, intanto, Mdp-Art.1 si è riunito nell'assemblea nazionale. All'ordine del giorno, ovviamente, il rapporto con il Pd in vista delle elezioni.

"Renzi ora ci ama? Allora i gufi sono diventati delle allodole, delle cinciallegre...". Pier Luigi Bersani risponde con ironia al giornalista Enrico Lucci che cerca di porgli delle domande sull'attualità politica e sul riavvicinamento, o meno, con i democratici. Al di là delle battute all'assemblea nazionale di Mdp Bersani osserva che "la sinistra deve chiedersi come mai perde il treno. Non do per scontato niente ma non ho visto nel Pd una sincera riflessione su nulla". E sui tentativi di mediazione affidati a Fassino osserva: "Secondo me sottovalutano la situazione e il perché un pezzo di popolo se n'è andato. Io lascio aperta la porta però bisogna leggere la legge elettorale: non vince nessuno, ci si ritrova comunque in parlamento". Ma Bersani è a favore o no dell'alleanza col Pd? "Non chiudo le porte, le tengo aperte, ma abbiamo letto la legge elettorale? Ci si ritrova comunque in parlamento, non vince nessuno con quella roba lì".

Molto più duro e diretto è l'intervento di Roberto Speranza, coordinatore Mdp: "Vogliamo uscire dal teatrino di questi giorni. Renzi è un nome del passato, non del futuro. Noi vogliamo andare in un'altra direzione. Fare l'unità senza cambiamento è solo alchimia elettorale che non porta da nessuna parte". E prosegue: "Nelle prossime due settimane in Italia succederà un fatto importante. Noi costruiremo un'alternativa a quello che c'è e che c'è stato. I mille giorni non sono altro che la variante italiana, un po' pasticciata e col solito surplus di arroganza, degli errori commessi dal centrosinistra nel mondo negli ultimi anni. Noi diciamo no a tutto questo". Sulla possibile alleanza Speranza mette le mani avanti: "Se volete l'unità senza cambiamento vuol dire che non state cercando un'alleanza ma liste civetta".

"Con Prodi credo ci sia un'interlocuzione a partire da Bersani - riconosce il deputato Alfredo D'Attorre -. Ma il punto sono i contenuti. Ad esempio, e lo dico col massimo rispetto, Prodi del Jobs Act che giudizio dà? Di un Pd che ha messo 8 fiducie per fare una legge elettorale bloccata e tutta di nominati, qual è il giudizio di merito?". E precisa: "Se non ricostruiamo un giudizio condiviso su quello che è avvenuto, questa presunta alleanza è solo una presa in giro nei confronti degli italiani".

Sul tema della possibile alleanza di tutte le forze di sinistra interviene anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, intervenuto all'assemblea di Mdp: "Siamo persone cortesi e se ci chiedono un incontro, noi quell'incontro lo concediamo. Ma lo diciamo a Fassino e Prodi: il tempo è scaduto. Oggi ci chiedono sorprendentemente l'alleanza: dopo aver fatto politiche con la destra, rivendicano l'efficacia di quelle politiche che noi individuiamo come le cause della rottura con il nostro popolo. Ci hanno chiamato gufi e irrilevanti salvo poi chiederci il voto utile".

Ma c'è chi, come Giuliano Pisapia, continua a crederci: "C’è stata troppa irrisione, il pensare che non fosse più possibile, divisioni che erano considerate insanabili" ma "se il punto fondamentale è il bene del Paese, le divisioni per motivi politici ma anche personali vanno superate. Soprattutto nel nostro campo. E questo è quello che possiamo ancora fare". Intervenuto a Bologna all’iniziativa "Ragioni e proposte per una coalizione di centrosinistra", promossa dall’ex ministro ulivista Giulio Santagata, l'ex sindaco di Milano riferendosi alla costruzione di un nuovo centrosinistra osserva: "Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare e ce la faremo, se riusciremo a superare le incomprensioni". E rivolge un accorato appello a Mdp: "Ci ripensino. Troviamo insieme il modo per evitare di regalare il nostro Paese a chi l’ha già rovinato tante volte".

Cosa ha deciso l'assemblea nazionale di Mdp

Mdp ha approvato all’unanimita la

relazione del coordinatore politico, Roberto Speranza, con la quale si chiede di continuare nel percorso per la lista unitaria con Sinistra Italiana e Possibile. Percorso che si concluderà con l’assemblea del 3 dicembre.

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