Il Mef si ribella a Lega e 5s: "Basta attaccare le banche"

Ira di Tria: "Così si mina l'interessa nazionale". E Conte lo stoppa: "Macché attacchi, resti lucido"

Il Mef si ribella a Lega e 5s: "Basta attaccare le banche"

Roma - Da separati in casa, che non rompono solo per convenienza. Il caso banche sembrava avere trovato un punto di equilibrio precario, ma ieri è tornato nella lista dei temi divisivi, coinvolgendo il governo ai massimi livelli.

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria al Festival dell'economia civile ha fatto un riferimento preciso ai rischi di una offensiva dell'esecutivo gialloverde su un settore così delicato. «Attaccare il sistema bancario italiano, che è privato e si muove in base a criteri economici, e non solo mettere in dubbio la sua solidità e la sua resilienza a momenti difficili». Significa soprattutto «avallare campagne europee che si stanno mettendo in difficoltà e minare l'interesse nazionale nel momento in cui stiamo negoziando come arrivare all'unione bancaria».

Messaggio rivolto alla sua maggioranza e ai due azionisti di maggioranza dell'esecutivo, la Lega di Matteo Salvini e il M5s di Luigi Di Maio. Tria è quindi in linea con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha dato il via libera alla istituzione della Commissione parlamentare sulle banche, forse guidata da Gianluigi Paragone, ma ha anche definito i limiti entro i quali potrà operare. Non potrà essere un doppione di quella guidata da Pierferdinando Casini nella passata legislatura e quindi concentrarsi sulle ultime crisi bancarie, ma dovrà guardare all'insieme del sistema.

Una soluzione di compromesso e quindi la premessa di un raffreddamento del clima. Ma la reazione del governo non è stata pacifica. Il premier Giuseppe Conte, che di solito riveste il ruolo di mediatore tra le posizioni, spesso lontanissime, dei partiti di maggioranza, ha attaccato Tria. «Non mi sembra ci siano i presupposti per parlare di attacco alle banche. Conserviamoci tutti lucidi». L'offensiva verso il titolare del dicastero di via XX settembre è continuata su un altro argomento collegato alla commissione. «Adesso dobbiamo varare e licenziare al più presto il decreto per i truffati delle banche. Lo abbiamo detto: c'è solo qualche aspetto tecnico. Ma vedrò anche il ministro Tria, il decreto va varato assolutamente al più presto». Il provvedimento per i clienti delle banche che hanno sottoscritto obbligazioni e altri titoli tossici è fermo da tempo al ministero dell'Economia.

Segno che il governo «è diviso su tutto», ha commentato la presidente del gruppo Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini. Gli azzurri, a favore del risarcimento ai clienti delle banche truffati, vede dei rischi nella creazione della commissione.

«Deve essere accertata la verità sui fatti che si sono verificati, ma usare la commissione come clava propagandistica o per condizionare la gestione del credito e degli investimenti sarebbe oltre che sbagliato, dannoso», ha aggiunto Gelmini.

Ormai «non c'è dossier su cui la maggioranza non litighi quotidianamente, e parlare di separati in casa è quasi un eufemismo», ha commentato Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.

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