Dal nostro inviato a Taormina (Me)
E ancora una volta Joachim è rimasto solo: il signor Merkel sperava che con lui e le first lady ci fosse, finalmente, un altro uomo. Sarebbe stata la prima volta da quando sua moglie è al potere, la bellezza di 12 anni. E invece Philip May, marito del premier britannico Theresa, ha deciso di rimanere a casa. Ha pesato l'attentato di Manchester e l'esigenza di mantenere in questo momento un basso profilo, ma anche la ritrosia del first husband inglese, che in tutta la carriera della moglie è apparso con lei in tv un'unica volta, poche settimane fa. Così l'altro G7, il vertice di quelli che adesso si chiamano ufficialmente First Partner, ha vissuto sull'esordio di due new entry di grido: Melania Trump e Brigitte Trogneux, la moglie di Emmanuel Macron. Entrambe si sono fatte notare per le mise di giornata: Melania, che fin qui, nel primo viaggio all'estero del marito, non aveva sbagliato un abito, ieri ha osato un vistoso giubbino floreale con temi floreali in rilievo. Il capo è stato disegnato da Dolce&Gabbana (autori anche del tubino nero indossato in occasione della visita in Vaticano) ed è particolare anche per il costo, più di 51mila dollari. Ispirata alla massima semplicità è stata invece la scelta di Brigitte Macron: maglia rossa a mezze maniche e pantaloni bianchi che evidenziavano la linea da ragazzina della première dame.
Il programma prevedeva un giro in elicottero intorno al cratere dell'Etna e una visita a Catania con pranzo a Palazzo degli Elefanti e accoglienza da parte della moglie del premier Gentiloni, Emanuela Mauro, e del sindaco Enzo Bianco. Poi via a un tour culturale nel centro della città etnea, prima del ritorno a Taormina per il concerto serale dell'Orchestra della Scala. Con Brigitte, da molti considerata il consigliere più fidato del marito, e Melania, il cui «caratterino» ha fatto sprecare fiumi d'inchiostro alla stampa americana, in primo piano c'era Akie, la moglie del premier nipponico Shinzo Abe, un'altra delle «superdonne» di questo vertice alternativo. In Giappone è un personaggio noto quanto il marito. Nata in una delle famiglie più ricche del Paese, ha lavorato in alcune radio private come dj. I giornali di Tokyo la chiamano il «capo dell'opposizione interna», perché almeno per un certo periodo non ha esitato a prendere posizioni pubbliche in aperto contrasto con politiche del governo, per esempio sui diritti di gay e transgender. Altro personaggio atteso era la moglie del primo ministro canadese Trudeau, Sophie Gregoire. Giornalista e conduttrice televisiva ha dato forfait anche lei all'ultimo momento. Nel suo caso, pare, il problema è stata la volontà di non lasciare soli i figli , ancora piccoli (sono tre, il più grande ha 10 anni e il più piccolo 3). È un altro segno dell'informalità con cui viene ormai gestito anche questo tipo di incontri, un tempo circondati da un protocollo soffocante. Un'altra prova l'ha data il marito della Merkel: al pranzo con il sindaco Bianco e la moglie di Gentiloni si è presentato con camicia slacciata e senza cravatta (solo per il concerto della sera si è corretto con un impeccabile abito scuro). Le cose, insomma, sono cambiate. Basta pensare a quello che è successo l'altro ieri a Bruxelles. Per il vertice della Nato le first lady sono state immortalate per la foto di gruppo.
Insieme alle altre mogli dei leader, alcune con i pudichi abiti della tradizione musulmana, ha posato anche Gauthier Destenay, marito del premier lussemburghese Xavier Bettel. Dopo la foto è andato a fare shopping con le signore.
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