L'ultima «invenzione» del mondo della lirica? Proporre il bel canto ai feti. Sì, proprio così: ora si fa l'opera anche per i piccoli che stanno nella pancia della mamma, purché non siano sotto i cinque mesi. Per un motivo: sotto quell'età i «potenziali melomani» non hanno l'udito sviluppato in modo sufficiente per ascoltare la musica, da escludere che facciano finta di niente.
«Oh signur, non c'è più religione!», forse esclameranno incredule le sciure che frequentano i teatri. In effetti a prima vista sembra una notizia della serie «strano ma vero». Invece no, perché alcune ricerche «hanno dimostrato che il nascituro inizia a percepire i suoni dal terzo trimestre della gravidanza e se dopo la nascita gli viene riproposta una canzone oppure un brano strumentale che aveva ascoltato, questo su di lui può avere un effetto di rilassamento». Allora perché non mettere già in «poltrona» il piccolo e allietarlo con Puccini, o Verdi oppure Bellini? E ovviamente brani di classica, ma prima di tutto la voce della mamma. Detto e fatto: a cogliere questa opportunità ci hanno pensato dalle parti di Como, all'Aslico, acronimo di associazione lirica e concertista italiana. Ci ha pensato lei, l'ex presidente dello storico ente, Barbara Minghetti, mente del (maxi) progetto «Opera education»: «Con questa proposta, Opera Meno Nove, aggiungiamo un altro tassello al nostro piano di far sì che l'opera con la sua bellezza sia presente il più possibile nelle nostre vite - spiega -. In questo caso si tratterebbe di una prima volta, al momento non ho trovato tracce di offerte didattico-musicali pratiche che coinvolgano bimbi in gestazione». Di più. L'operazione «lirica per tutti» sempre e comunque prosegue e presto «potrà contare su un nuovo percorso per gli over 65». Insomma, le frontiere della musica di tanto in tanto - in un senso o nell'altro - vengono spostate. «Alle mamme in dolce attesa, ai genitori - in sintesi dice il programma - sarà data la possibilità di partecipare con il loro neonato allo spettacolo Baby Carmen. Rose rosse per te», ispirato all'opera di Bizet che debutterà il 4 marzo 2018 al Teatro Sociale di Como. Dopo gli incontri le puerpere che hanno ascoltato e si sono cimentate col canto a parto avvenuto possono con il loro piccolino assistere allo spettacolo finale».
Aggiunge uno dei musicisti coinvolti, la pianista Federica Falasconi, che l'11 novembre proporrà alle signore un recital dal vivo guidato con tanto di violoncellista e musicologo: «Anche per me è un'esperienza nuova, nel senso che in precedenza ho lavorato in progetti per bambini da zero a tre anni, ma al di sotto mai». A queste età ma anche un po' più in su, racconta la virtuosa che di professione accompagna pure i cantanti lirici (ha lavorato con Abbado e Harding), i bimbi hanno una soglia dell'attenzione particolare, per questo la musica per loro è studiata apposta, «non può avere cambi bruschi - spiega - deve essere fatta di piccole frasi, poche battute a velocità moderata». Altrimenti il suono risulta «disturbante», violento. Più delicata, anzi delicatissima la questione per i nascituri che, per i ricercatori muniti di strumenti ecografici, «quando gradiscono i suoni lo dimostrerebbero muovendosi nel ventre materno». Ma non tutti i repertori in questi casi, che si possono definire campi nuovi d'indagine, sono adatti. «Quali sono le musiche che piacciono di più? - conclude la pianista -.
Le melodie dei Sei-Settecento della tradizione europea». Gli autori che andrebbero per la maggiore sono sempre «loro», le star dei secoli scorsi. Insomma ai bambini e ai feti (probabilmente) piace la voce di mamma, ma anche le note di Bach e Mozart.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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