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Meloni apre sull'Irpef: esenti se sotto i 10mila Salvini: "Fare di più". E la protesta continua

Mentre sulle strade è l'ennesima giornata di proteste e quattro trattori "simbolo" sfilano nel cuore di Roma, nel pomeriggio di ieri la premier Meloni incontra le sigle degli agricoltori a Palazzo Chigi

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Mentre sulle strade è l'ennesima giornata di proteste e quattro trattori «simbolo» sfilano nel cuore di Roma, nel pomeriggio di ieri la premier Meloni incontra le sigle degli agricoltori a Palazzo Chigi. E nel confronto di oltre due ore con la Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Fedagripesca e Copagri, conferma l'imminente intervento del governo per prorogare l'esenzione Irpef per i redditi agrari e dominicali sotto i diecimila euro. Rivendica misure concrete come il taglio delle accise sul carburante agricolo e ricorda che «in 16 mesi non è possibile fare i miracoli ma l'inversione di tendenza è evidente». La Cia esprime apprezzamento, chiede di passare dalle parole ai fatti. Matteo Salvini invece sferza: «Bene ma si può fare anche di più», a partire proprio dalla detassazione dell'Irpef.

La protesta però non si ferma perché le sigle incontrate dalla premier sono sganciate dai manifestanti sui trattori, che si sono sempre dichiarati autonomi. E infatti nelle stesse ore gli agricoltori di «Riscatto agricolo» promettono di continuare, e di riversarsi con centinaia di mezzi sul grande raccordo anulare. E arriva anche per loro la convocazione dal ministro Lollobrigida.

La mobilitazione degli agricoltori ha ormai innescato la rincorsa tra alleati. Non ci sta la presidente del Consiglio a incassare attacchi da chi cavalca la protesta e la accusa di aver tolto l'esenzione Irpef: «Negli anni passati è stata una misura iniqua e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati - spiega la premier -. Invece deve essere un intervento per i più deboli che risulti un sostegno concreto a chi produce e non un privilegio». La modifica, in arrivo col Milleproroghe, coprirebbe il 90 per cento degli agricoltori, dice Lollobrigida. Meloni ha scelto di intervenire personalmente su un dossier così delicato a pochi mesi dalle Europee, anche per spegnere le frizioni con la Lega che si è da subito intestata la battaglia politica, linea ribadita dallo stesso Salvini ieri.

In segno di attenzione già in mattinata era filtrato da Fdi un emendamento per sospendere per sei mesi l'obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli, ma poi Meloni ha spiegato alle sigle la «visione» del governo sul comparto. Sopratutto sui prezzi dei prodotti che stanno strozzando le aziende agricole italiane. Ha annunciato il «rafforzamento dei controlli dell'Autorità di contrasto per far rispettare i prezzi agricoli» e la «pubblicazione con frequenza mensile dei prezzi e dei costi medi di produzione delle principali filiere». E poi il potenziamento del fondo di garanzia dell'Ismea per consentire alle imprese di accedere al credito bancario con tassi di interesse ridotti, lo stanziamento di 300 milioni per il prossimo triennio per le emergenze in agricoltura, e la difesa «con ancora maggior vigore, del Made in Italy» contro le importazioni da Paesi terzi. Sulle politiche Ue, Meloni ricorda che «il nostro peso si è fatto sentire su tanti dossier sui quali sta prevalendo il buon senso». Rivendica la bocciatura sulla carne sintetica, «sulla quale ci hanno tacciato di ogni nefandezza ma sulla quale avevamo ragione».

Al vertice anche le proposte di Forza Italia col vicepremier Tajani: decontribuzione per i giovani agricoltori per 24 mesi e un tavolo con Cdp, Ismea e Abi su credito e tassi di interesse.

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