Meloni: "Il campo largo? È un Leoncavallo largo"

Al comizio di chiusura in Toscana la premier attacca il centrosinistra: "Tratta i suoi elettori come imbecilli"

Meloni: "Il campo largo? È un Leoncavallo largo"
00:00 00:00

"Siamo nati per stravolgere i pronostici ed è quello che vogliamo fare anche qui in Toscana" tuona Giorgia Meloni, dal palco di Firenze dove con gli altri leader del centrodestra è venuta a sostenere l'ultimo miglio della campagna elettorale del candidato Alessandro Tomasi. La premier ammette di essere "stanchissima", ma non si risparmia, anzi si toglie più di un sassolino dalla scarpa.

"Ci vedete qui uniti in un palco a combattere insieme un'altra volta, fieri di stare uno a fianco all'altro. A sinistra non hanno il coraggio di farsi vedere insieme. Hanno un solo collante che li tiene insieme: l'odio verso di noi. Gli italiani capiscono quando qualcuno li umilia, cercando di comprare il voto con promesse facili, quando la politica li tratta da imbecilli, dicendo cose tipo: se voti me nelle Marche avrai lo stato della Palestina. La gente non è stupida. Il centrodestra è cintura nera nello smentire le bugie della sinistra". E poi un ulteriore affondo sulla coalizione di centrosinistra: "Ma che campo largo: è un Leoncavallo largo, è un enorme centro sociale".

Prima della premier sul palco salgono Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. Il segretario di Forza Italia richiama la memoria di Silvio Berlusconi e appena pronuncia il suo nome parte un coro dalla folla: "Silvio! Silvio!", mostrando come il mito del fondatore resista nella memoria come collante identitario. Tajani si dice convinto che Forza Italia possa recuperare voti al centro, puntando a conquistare moderati disorientati. Il leader di Forza Italia se la prende poi con i manifestanti che avrebbero voluto impedire lo svolgimento del comizio. "Parlano tanto di democrazia, ma non sanno neanche cos'è questi signori, hanno una mentalità da dittatura comunista. Volevano tapparci la bocca. Sappiano che la bocca non ce la tapperanno mai".

Matteo Salvini fa l'elogio della coesione che il centrodestra, nonostante tutto, dimostra sempre quando si arriva nei momenti decisivi. "L'Italia è fortunata ad avere Giorgia Meloni come presidente del Consiglio. Mentre a sinistra fanno finta di andare d'accordo ma si guardano in cagnesco, noi ogni tanto litighiamo, ogni tanto discutiamo ma stiamo e staremo insieme, perché la forza del centrodestra è l'unità, l'amicizia e la comunità di valori e di intenti". E poi ironizza su Eugenio Giani e sulla sua dichiarazione sui confini. "Ci sto lavorando da una settimana. Ho chiamato ingegneri e tecnici straordinari" dopo "quello che ha detto il presidente Giani. Noi con il ponte sullo Stretto "uniamo Sicilia e Calabria, ma siccome secondo Giani la Toscana confina con la Lombardia, è un casino fare un ponte fra Firenze e Milano. E questo fa il governatore. Diamogli una mano, mandiamolo a Milano, Proveremo a fare un ponte per Giani". E se Maurizio Lupi mette l'accento sulla "strumentalizzazione" operata a sinistra sulla vicenda di Gaza, Tomasi prova a scommettere su sé stesso e sul desiderio di cambiamento dei toscani.

"Questa elezione è uno spartiacque. A loro non interessa nulla della Toscana, questa regione per loro è un laboratorio politico sulla pelle dei toscani. Hanno esaurito la loro spinta, ma noi ce l'abbiamo quella spinta".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica