Roma Nel mondo della politica sono bradisismi frequenti. Piccole scosse di assestamento, con consiglieri comunali, assessori e consiglieri regionali e sindaci che si spostano da un partito all'altro. Ieri la leader di Fratelli d'Italia ha dovuto fare una conferenza stampa per smentire quelle voci che da giorni popolano i pettegolezzi di Palazzo. Si dice che sia in atto una consistente diaspora in favore della Lega salviniana e che, appunto, molti rappresentanti di Fratelli d'Italia stiano abbandonando la barca. «Tutt'altro che vero!» tuona la Meloni. E per essere più convincente propone ai cronisti di verificare numeri e nomi. Un rapporto che, secondo quanto spiegato ieri dai vertici del partito, dimostrerebbe l'esatto contrario. La nostra la si potrebbe definire - commentano in tanti del gruppo dirigente - invece una massiccia campagna acquisti.
Ieri, però, è arrivato sui tavoli dei cronisti politici anche un comunicato firmato da ben cinque membri dell'Assemblea nazionale del partito che rassegnano le dimissioni dall'organo e la fuoriuscita da Fdi. A loro dire nell'Assemblea nazionale mancherebbe il confronto e la naturale dialettica interna. A firmare le dimissioni di gruppo sono Emiliano Corsi, Emanuele Besi, Valeria Campana, Daniele Catalano e Marco Valerio Verni. Ma non è l'inizio della fine. Al contrario, sostiene la Meloni, il nostro è un movimento in forte crescita. Le prove? Basta vedere i numeri. Sono passati tra le file di Fratelli d'Italia circa duecento amministratori locali negli ultimi tre mesi. E solo una quarantina di loro dalla Lombardia, dove la presenza della Lega dovrebbe rappresentare un elemento di forte disturbo. «Fratelli d'Italia cresce, - commenta il deputato Federico Mollicone - si radica e intende porsi come futuro della Nazione. Ci dispiace per gli opinionisti, i sondaggisti, i gufi o i saltatori e cercatori di occasioni varie». D'altronde non è venuta meno l'ambizione di ricompattare il centrodestra e quindi di far coincidere la rappresentanza politica con quella che è l'indirizzo più diffuso a livello nazionale. E intanto la campagna acquisti può sfoggiare numeri per i quali i responsabili del partito vanno oltremodo orgogliosi. «Cresciamo - spiega la Meloni - E questo risultato lo abbiamo ottenuto senza scappatelle. Insomma Fratelli d'Italia cresce su tutto il territorio nazionale e diventa più blu, raccogliendo da nord a sud l'adesione di tanti amministratori locali. Prevalentemente da Forza Italia ed esperienze civiche, ma non solo. Tra loro ci sono 7 consiglieri regionali di Calabria, Veneto, Piemonte, Molise, Sardegna, Friuli Venezia Giulia; 18 sindaci e 16 vicesindaci; 35 assessori, 3 presidenti di Consiglio comunale, 140 consiglieri comunali. «Fratelli d'Italia ha registrato un aumento esponenziale portando nelle istituzioni locali i suoi rappresentanti, radicati e apprezzati nei territori - si legge in una nota diffusa dalla direzione di Fdi -. La nostra esperienza amministrativa, che guida di importanti Comuni come L'Aquila e Pistoia, oggi diventa ancora più significativa.
La squadra degli amministratori locali si aggiunge alla presenza in Parlamento: rispetto alla passata legislatura la consistenza dei gruppi di Camera e Senato si è quadruplicata e ora conta 32 deputati e 18 senatori».Insomma, fanno sapere da Fratelli d'Italia, non c'è solo Salvini, con i suoi proclami sovranisti, a difendere quel sentimento «fortemente maggioritario» nel Paese.
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