Meloni al governo oggi supera Renzi. E sulle Regionali è già sfida con il Pd

La premier centra l'obiettivo: è il quarto esecutivo più longevo della storia d'Italia, 1.024 giorni. Il voto d'autunno è l'antipasto dello scontro con la Schlein

Meloni al governo oggi supera Renzi. E sulle Regionali è già sfida con il Pd
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Giorgia Meloni centra un altro obiettivo: il suo diventa il quarto governo più longevo della storia della repubblicana. Davanti gli ex premier Bettino Craxi e Silvio Berlusconi. Dietro una lunga schiera di ex presidenti del Consiglio: da Mario Monti a Giulio Andreotti. Oggi 12 agosto sarà il giorno numero 1.024 di permanenza a Palazzo Chigi. Meloni supera Matteo Renzi. Nella mente della leader di Fratelli d'Italia c'è un altro traguardo da raggiungere: arrivare nel 2027, alla fine del mandato, con lo stesso esecutivo. Senza varare rimpasti. Un obiettivo che non farà felici gli alleati, che sperano in ritocchino alla squadra dei ministri prima del voto. La premier si gode il risultato dalla Grecia, dove è in vacanza con figlia, sorella ed ex compagno. Dopo la tappa in Grecia, le ferie di Meloni prevedono altre due tappe: Sardegna e Puglia. Prima del rientro a pieno regime fissato per il 27 agosto, quando Meloni, per la prima volta da premier, chiuderà il meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Con il record dei 1.024 giorni a Palazzo Chigi, Meloni si prepara alla finestra elettorale autunnale. È l'antipasto della sfida Meloni-Schlein alle politiche nel 2027. Si vota in Veneto, Campania, Calabria, Puglia, Marche e Toscana. Obiettivi e ambizioni diverse tra Meloni e Schlein. La segretaria del Pd punta al 4 a 2, ipotecando in questo modo la rincorsa verso Palazzo Chigi. L'obiettivo della leader di Fratelli d'Italia è centrare il 3 a 3. Spegnendo sul nascere i sogni del Nazareno di una possibile vittoria alle prossime elezioni politiche del campo largo. Diventano decisive due Regioni: Marche e Campania. Sono le due terre dove i giochi sono ancora aperti. Il Pd punta tutto sulla ri-conquista delle Marche. Il governatore uscente Francesco Acquaroli, un meloniano doc che arriva dal vivaio di Atreju, sfida l'ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, europarlamentare dem. Se Meloni conferma la vittoria nelle Marche il 3 a 3 è un risultato acquisito. La vittoria in Veneto e Calabria non sembra in pericolo per il centrodestra. In Veneto si attende il nome del candidato per il dopo Zaia. Si fa insistente l'opzione del leghista Alberto Stefani. Il campo largo schiera Giovanni Manildo. Stesso discorso in Calabria. Il presidente uscente Roberto Occhiuto ha rassegnato, a sorpresa, le dimissioni, portando la regione al voto con un anno di anticipo. La riconferma di Occhiuto non appare in discussione. Se il centrodestra ride in Calabria e Veneto, non può fare lo stesso in Toscana e Puglia. In Toscana l'uscente Eugenio Giani parte con il favore dei sondaggi e sfiderà il sindaco di Pistoia Alessandro Tommasi. Ma ieri, a sorpresa, la parlamentare Fi Debora Bergamini ha riaperto la trattativa, avanzando la sua candidatura. In Puglia la candidatura di Antonio Decaro dovrebbe mettere il sigillo sulla vittoria. Il centrodestra punterà su Mauro D'Attis. La Campania diventa per Meloni una partita decisiva. Il centrodestra non ha ancora scelto il nome del candidato. Nel campo largo il favorito è Roberto Fico. C'è il tema dei deluchiani, non graditi al nuovo corso del Pd.

Un gruppo di 10 consiglieri regionali, parliamo di almeno 70-80 mila voti, sarebbe pronto a traslocare nel centrodestra in caso di una candidatura civica. Si fa il nome di Giosy Romano ma altre opzioni sono sul tavolo. Se Meloni sceglie il candidato giusto, può portare a casa il colpaccio di una vittoria in Campania.

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