
Palazzo Chigi e Farnesina mettono a punto la conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina. Nell'agenda del governo Meloni, nel mese di luglio, l'appuntamento in programma il prossimo 10 e 11 luglio a Roma, diventa uno snodo cruciale nella partita di politica estera. Un vertice su cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani sta puntando molto.
È atteso al tavolo della conferenza anche il presidente ucraino Zelensky. L'obiettivo di Meloni è quello di trasformare l'evento nella Capitale in un'investitura da parte dell'alleato americano al ruolo di mediatore per porre fine al conflitto. L'esecutivo italiano si candida a guidare il processo di pace e ricostruzione in Ucraina gettando lo sguardo alle opportunità economiche per gli imprenditori che potrebbero derivare dal piano. La conferenza sarà articolata in 4 tempi. Il primo riguarda il coinvolgimento del settore privato nella rinascita ucraina, poi la ricostruzione riguarderà i governi del territorio e le comunità. Infine, il passaggio più atteso è la spinta per l'ingresso in Ue dell'Ucraina. Il costo per la ricostruzione dell'Ucraina è stimato in 411 miliardi di dollari. Un'operazione politica che si scontra con i piani di Mosca, che punta a far dell'Ucraina uno Stato satellite. Non a caso il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è finito, per la sua linea netta pro Kiev, nel mirino della propaganda russa. L'affondo è arrivato nelle ore successive al vertice Nato in Olanda. Un video messo in rete dal profilo di Russia Today riprende le dichiarazioni della premier ai giornalisti a margine del vertice Nato de L'Aja, mercoledì 25 giugno. Nel filmato vengono immortalate le classiche faccette della presidente del Consiglio, riconoscibili e spesso usate anche in Parlamento. Ma Russia Today nel video scrive: "Tutto bene Giorgia Meloni? Avete fatto troppa festa con Zelensky a L'Aja?". Lasciando intendere che la premier abbia assunto chissà cosa. Come all'epoca della cocaina sulla scrivania del presidente ucraino. E soprattutto ricorda anche la tecnica usata anche nei confronti del presidente francese Emmanuel Macron con le famose bustine tolte dal tavolo durante l'incontro con Merz e Starmer. Mosca non perdona la linea ferma del governo italiano sull'appoggio all'Ucraina. Le avvisaglie c'erano state già in settimana. Quando Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri, le aveva risposto sulla crisi tra Iran e Israele. La premier aveva auspicato una sollevazione popolare per far cadere l'ayatollah Khamenei. La risposta di Mosca: "Ricordo al capo del governo italiano che nel 1965 l'Assemblea generale Onu ha adottato una risoluzione intitolata "Dichiarazione sull'inammissibilità dell'intervento negli affari interni degli Stati e sulla protezione della loro indipendenza e sovranità". Mentre un anno fa, Meloni era finita nel mirino di due comici russi. L'agenda europea accompagnerà il lavoro del governo anche nel mese di luglio. Il 9 scade l'ultimatum di Donald Trump sui dazi all'Unione europea. Quello dei dazi è un altro dossier caldo che Meloni sta seguendo in prima persona. E soprattutto con l'obiettivo di arrivare a un'intesa con gli Stati Uniti prima del 9. Sul tema Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati, auspica il "dialogo tra Ue e Usa per trovare la migliore soluzione".
Sul fronte interno, archiviato il delicato passaggio sul terzo mandato, in settimana dovrebbe chiudersi in Senato la partita sulla separazione delle carriere dei magistrati. È la prima lettura della riforma costituzionale. Domani in Cdm dovrebbe sbarcare il decreto flussi, oltre al rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024.
Dopo il Cdm il capo del governo alle ore 18 parteciperà alla Camera dei deputati alla cerimonia per l'esposizione nel Transatlantico di una teca dedicata a Paolo Borsellino. Mentre il 2 luglio sarà a Villa Taverna per la festa dell'Indipendenza.