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"Meno protagonismo e più coordinamento", la nuova linea Draghi contro il Covid

Il caos di domenica, tra richieste di lockdown e chiusura in extremis delle piste da sci ha avuto ripercussioni e ora Draghi prova a riorganizzare il sistema

"Meno protagonismo e più coordinamento", la nuova linea Draghi contro il Covid

Tutti si aspettano che con il governo di Mario Draghi cambi qualcosa, non solo a livello gestionale ma anche a livello comunicativo. Se per il primo c'è ancora da aspettare, per il secondo al momento non si notano particolari miglioramenti, come dimostra quanto accaduto domenica. Il consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi, ha informato il Paese che nei prossimi giorni avrebbe parlato con Roberto Speranza per chiedere un nuovo lockdown totale in tutta Italia, gettando nello sconforto milioni di persone. Il Cts ha fatto sapere di essere contrario alla riapertura degli impianti sciistici prevista per il giorno successivo e il ministro della Salute, in serata, ha firmato la proroga della chiusura, vanificando di fatto un'intera stagione a poche ore dalla sua ripartenza, seppure tardiva. Tutto questo pare non sia più tollerato da Mario Draghi, che ha deciso di mettere un freno agli scienziati "istituzionali".

"Meno protagonismo e più coordinamento", questo è il mantra che risuona ora tra i corridoi di Palazzo Chigi, dove il presidente del Consiglio è al lavoro per cercare di dipanare una matassa e fare ordine. Innanzitutto il Paese si chiede quale sia la linea che Mario Draghi sceglierà di seguire per uscire dalla pandemia. In molti ipotizzano che il nuovo presidente del Consiglio possa allinearsi con i grandi d'Europa e mandare l'Italia in lockdown, come già accaduto in Germania e in Francia, seguendo la logica del whatever it takes per risolvere la situazione. Altri, invece, suggeriscono una linea più morbida, da adattare alle diverse condizioni economiche del Paese rispetto agli altri Stati europei, dove la coperta per gli indennizzi alle attività è molto più lunga. Probabilmente, pur senza essere esplicita, una prima indicazione potrebbe arrivare già domani durante il discorso in Senato, prima della fiducia.

Nel governo Draghi, la linea di continuità con l'esecutivo precedente vede schierati tra gli altri anche Dario Franceschini e lo stesso Roberto Speranza, tra i più rigoristi del governo Conte. In più, sebbene il decreto di chiusura degli impianti sia stato firmato dal ministro della Salute, è stato necessariamente approvato dal presidente del Consiglio. I casi nel Paese sembrano in calo ma le varianti fanno paura, pertanto non si può escludere nulla. Intanto la Lega ha già chiesto che venga rimosso Walter Ricciardi dopo le esternazioni di domenica e che Domenico Arcuri effettui un cambio di passo nella gestione dell'emergenza, se proprio non verrà rimosso dall'incarico. Intanto, il Corriere della sera riferisce che Roberto Speranza a Ricciardi avrebbe "chiesto di attenersi al suo incarico di consigliere per i rapporti con le organizzazioni internazionali".

Il nuovo leitmotiv sembra chiaro: gli scienziati facciano il loro lavoro e consiglino la politica, che poi deciderà. In sostanza i tecnici dovranno rapportarsi esclusivamente con i ministri e col governo e non più con i cittadini. D'ora in poi i verbali del Cts saranno inviati immediatamente ai ministri competenti e ci potrebbe essere un portavoce unico per evitare di creare confuzione nei cittadini.

Inoltre, pare sia allo studio una nuova cabina di regia della quale potrebbero fare parte anche i ministri economici, perchè Mario Draghi è stato chiaro: misure restrittive e indennizzi devono andare di pari passo.

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