"O sono utile o mi faccio da parte". Ora Ricciardi fa pure l'offeso

Walter Ricciardi insiste per la necessità di chiudere tutto il Paese con un lockdown totale per il tempo necessario a limitare la diffusione del virus

"O sono utile o mi faccio da parte". Ora Ricciardi fa pure l'offeso

Walter Ricciardi è stato il personaggio più discusso della domenica per la richiesta di lockdown totale in tutta Italia. Non la zona rossa come siamo abituati con il sistema a colori ma un vero e proprio shout down del Paese come fu a marzo, con la sola concessione alle attività essenziali di proseguire nella loro attività.

Il consigliere del ministro della Salute non ha dubbi su questa esigenza in un momento in cui le varianti prendono piede e crescono rapidamente tra la popolazione. Dopo aver messo in allarme il Paese nella giornata di ieri, parlando di un "lockdown per il tempo necessario", oggi su Il Messaggero ha dato anche delle tempistiche e dei limiti di durata. Inevitabili le critiche, soprattutto per i modi utilizzati dal consulente, che tornato in tv poche ore dopo l'ospitata a Che tempo che fa si è mostrato offeso per come è stata accolta la sua richiesta di lockdown.

Al consulente di Roberto Speranza non sono piaciute le critiche ricevute e, ospite di Rainews 24, ha sbottato contro chi non ha gradito l'invocazione del lockdown. "Dimissioni? Sono considerazioni che lascio alla politica. Bene se posso essere utile con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e anche in Italia, altrimenti mi faccio da parte", ha detto Walter Ricciardi, che nel corso del suo intervento ha ribadito il senso delle sue parole al centro della polemica: "C'è una situazione epidemiologica oggi grave, ingravescente, incompatibile con gli assembramenti e pericolosa per l'arrivo di queste varianti molto insidiose dal punto di vista della contagiosità e della letalità, e anche in qualche caso capaci di sfuggire al vaccino. Dobbiamo purtroppo in questo momento serrare un pò le fila e scegliere una strategia di aggressione nei confronti del virus e non di inseguimento".

Nell'intervista rilasciata a Il Messaggero, Ricciardi si è rivolto direttamente al governo appena insediato, al quale ha chiesto la collaborazione che non c'è stata nel precedente esecutivo. Il governo Conte, in più di un'occasione, non ha dato seguito alle preoccupazioni di Roberto Speranza. "Io sono consigliere del ministro della Salute e a lui mi rivolgo. E Speranza ha sempre accolto i miei suggerimenti. Nel precedente governo, però, trovava un muro, trovava la linea di chi voleva convivere con il virus", ha detto Walter Ricciardi al quotidiano, lasciando intendere che anche stavolta il ministro della Salute potrebbe accogliere la sua linea rigorista.

Il consigliere non ha usato mezzi termini per criticare la scelta del precedente governo di adottare una linea di contrasto al virus più morbida: "Questo ha causato decine di migliaia di morti e ha affondato l'economia. Spero che la strategia del nuovo governo sia 'no Covid' che ci riporti a una prospettiva di normalità in tempi ragionevoli. Ci riavvicineremmo al ritorno alla vita normale e alla ripresa economica, come dimostrano gli esempi di Cina, Taiwan, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda".

Walter Ricciardi ha portato anche gli esempi attuali di Usa, Germania e Danimarca, che hanno scelto di abbattere i contagi con i lockdown e non di cercare di limitarne i danni. Non mezze aperture per un tempo prolungato ma lockdown per un periodo definito. Il consigliere ha già parlato con Roberto Speranza dopo il suo insediamento e ha espresso "la necessità di proporre al governo tre cose, anche alla luce del problema delle varianti: lockdown breve e mirato; tornare a testare e tracciare; vaccinare a tutto spiano". Tre punti che si configurano come fondamentali per la repressione delle varianti: "Tenete conto che la variante inglese si trasmette più velocemente ed è lievemente più letale. Quella brasiliana può dare origine a reinfezioni, come è stato visto a Perugia. Per la sudafricana sembra limitata l'efficacia del vaccino AstraZeneca".

Il concetto di lockdown per Walter Ricciardi e uno solo e non ammette mezze misure: si deve tornare alla chiusura totale com'è stato la scorsa primavera. "Dobbiamo limitare la circolazione del virus al di sotto dei 50 casi ogni 100mila abitanti. Deve durare il tempo necessario a tornare a questo dato di incidenza. Possono essere due, tre, quattro settimane, dipende quando si raggiunge l'obiettivo", ha concluso.

Si sta forse aprendo un nuovo scenario nella gestione dell'epidemia e Matteo Salvini ha immediatamente fatto sentire la sua voce: "Non se ne può più di 'esperti' che parlano ai giornali, seminando paure e insicurezze, fregandosene di tutto e tutti. Non si può terrorizzare 60 milioni di italiani". Il leader leghista, ospite di Lucia Annunziata a Mezz'ora in più, si è detto fiducioso che con Mario Draghi la "situazione torni alla normalità". A indispettire Salvini è soprattutto la comunicazione di Walter Ricciardi: "Un consigliere di un ministro non può alzarsi una mattina e parlare di chiusura totale. Prima ne parli con il presidente del Consiglio". E, rifacendosi alla direzione indicata da Mario Draghi, Salvini ha invitato il consigliere di Speranza a "parlare di meno e lavorare di più".

Questa mattina, il leader della Lega è tornato sul tema: "Saremo leali, coerenti, collaborativi. Salute, lavoro e ritorno alla vita. Spero che con il nuovo governo finisca la stagione degli allarmismi sui giornali e telegiornali. La comunità scientifica tutta si metta intorno a un tavolo, decida e comunichi". Parlando con i cronisti, Matteo Salvini ha sottolineato che "non è possibile che ci sia qualcuno che si alza la mattina gettando nel panico milioni di italiani parlando di morti, feriti e chiusure senza che ne abbia discusso con altri. Questo era il metodo del passato governo. Sicuramente ci sarà un cambio di marcia, abbiamo totale fiducia nella voglia di ritorno alla vita del presidene Draghi".

Ora che la Lega fa attivamente parte del governo, che riceverà la fiducia in settimana, conta di chiedere "maggiore condivisione, programmazione e previsione". Il concetto per Matteo Salvini è chiaro, ci dev'essere un cambio di rotta rispetto al governo Conte, che "prevedeva annunci la domenica che cambiavano la vita il lunedì".

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