«Meno tasse e privatizzazioni Ecco dove siamo d'accordo»

Il capogruppo azzurro e il viceministro dell'Economia puntano a sgravi fiscali per chi assume. E anche sul decreto «Sblocca Italia» punti d'unione tra Fi e Pd

RomaAlla ripresa dei lavori parlamentari, a settembre, centrodestra e centrosinistra, in particolare Forza Italia e Pd, potrebbero percorrere un altro tratto di cammino assieme dopo quello sulle riforme istituzionali. Abbiamo provato a individuarli assieme al viceministro dell'Economia, Enrico Morando (Pd), e al capogruppo azzurro alla Camera ed economista, Renato Brunetta. Sono quattro sentieri molto stretti: l'introduzione del contratto a tutele crescenti (sospensione dell'articolo 18 per i primi tre anni dall'assunzione), la detassazione dei neoassunti, le privatizzazioni e le grandi opere. Laddove ci possa essere un'intesa, però, occorre fare presto.

Si può ripercorrere anche sui temi economici la strada seguita sulle riforme?

Morando: «La convergenza sulle riforme serve al Paese ed è importantissimo che continui a manifestarsi. Quella sulle politiche economiche non è una necessità assoluta».

Brun etta: «Nel Pd convivono due anime: una minoritaria, renziana e liberal , l'altra maggioritaria, conservatrice ed erede del Pci-Pds-Ds. Finché il paradosso non sarà risolto, Renzi dovrà tenere assieme un Giano bifronte, ma fino a quando?».

È possibile una collaborare sull'attuazione della spending review allo scopo di diminuire le tasse?

B: «Il decreto Madia non è andato nella direzione giusta. L'efficienza della pubblica amministrazione è prioritaria, ma ha prevalso la vecchia anima «di sinistra». Con il Codice dell'amministrazione digitale si otterrebbero subito risparmi».

M: «Il primo testo fu un emendamento a mia firma inserito nella legge di conversione del decreto manovra estiva del 2011. Fu una scelta bipartisan per superare i tagli lineari che nel triennio 2008-2010 avevano tenuto la spesa sotto controllo. Alcune norme sono già in vigore. Ora serve trovare le modalità appropriate, sull'esigenza di farlo siamo d'accordo».

Con la delega fiscale non si possono attuare più velocemente questi programmi?

M: «Il governo ha intenzione di fare presto. Il lavoro tecnico procede con efficacia. Certo, l'attuazione non può determinare maggiori oneri e il gettito fiscale deve restare invariato. Credo che con l'emersione di base imponibile si profilino scenari per ridurre le imposte ai contribuenti onesti, anche se credo che, ove emergessero risorse, andrebbero impiegate su lavoro e imprese. Ora la priorità per i prossimi anni è confermare il bonus di 80 euro».

B: «La delega fiscale è stata approvata quasi all'unanimità dal Parlamento, con un'ampia convergenza. Il governo dovrebbe accelerare su questo versante per consentire una diminuzione generalizzata della pressione fiscale. Anche sulla tassazione della casa la sinistra dovrebbe fare una riflessione perché, averla triplicata in tre anni, ha ammazzato il settore edilizio. In parallelo, bisogna attaccare la mole del debito pubblico: ci sono tante proposte come quella di Bassanini o la mia. Basta che non si parli di patrimoniale e c'è condivisione».

Ci sono spazi per un'intesa sul programma di privatizzazioni e di dismissioni degli immobili pubblici?

B: «Occorre dismettere quanto prima tanto le public utilities quanto gli immobili pubblici, almeno per un punto di Pil all'anno».

M: «Il Def afferma che il governo si impegna per dismettere parte cipazioni per uno 0,7% di Pil all'anno. Ne potremo discutere. Per quanto riguarda gli immobili, invece, c'è bisogno di una discussione aperta perché le esperienze del passato, come Scip, sono state negative».

Sul tema del lavoro e della sua detassazione si possono fare interventi bipartisan?

M: «Atteso che l'articolo 18 non è oggetto del programma, la legge di conversione del decreto Poletti prevede che sia riformato il mercato del lavoro con l'introduzione del contratto a tutele crescenti. La discussione del ddl delega al Senato può essere l'occasione per attuare proposte di ulteriore detassazione per i neoassunti rispetto a quelle già in vigore».

B: «È sufficiente intraprendere la strada di una maggiore flessibilità sia in entrata sia in uscita dal mercato del lavoro. Per quanto riguarda l'articolo 18, serve solo escludere la possibilità di reintegro del lavoratore licenziato. Forza Italia chiede, inoltre, la totale detassazione per i neoassunti per i primi tre anni e anche la detassazione del salario di produttività».

Lo «Sblocca Italia» può rappresentare un altro terreno di cooperazione?

B: «Basta chiamarlo “legge Obiettivo” e poi tutto procede. Questi argomenti non sono divisivi».

M: «Una volta approvato il decreto, il Parlamento sarà le sede per discuterne».

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