Cronaca nera

Mestre, Lorenzo urlava: "Non lo faccio più"

Ancora ignoti i motivi dell'assassinio di Nardelli da parte dei due moldavi

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È stato conferito ieri l'incarico al medico legale Cristina Mazzarollo per l'autopsia sul corpo di Lorenzo Nardelli, il 32enne che si barcamenava tra un passato da bagnino e lavoretti estemporanei, ucciso nella notte tra mercoledì e giovedì nell'ascensore di un condominio a Mestre. Per la vicenda sono stati fermati per omicidio volontario i cugini moldavi Radu (32 anni) e Marin Rasu (35 anni), entrambi muratori, che oggi si ritroveranno davanti al Gip Alberto Scaramuzza per l'udienza di convalida davanti al Gip Alberto Scaramuzza.

Non sono ancora stati chiariti i motivi della lite che ha condotto alla brutale aggressione. Dai primi esami dei cellulari di vittima e indagati, in mano al Pm titolare dell'inchiesta, Stefano Buccini (che saranno oggetto di un incidente probatorio) risulterebbe che i due cugini non conoscevano Lorenzo e non c'erano stati contatti prima della rissa. Dalle registrazioni emergono anche due chiamate di Marin al 112. Nella prima il più grande dei due moldavi chiede l'intervento dei Carabinieri mentre sarebbe in corso la fase iniziale della colluttazione (ma i miliari rispondono che sono stati già avvertiti e sta arrivando la Polizia). La seconda telefonata, fatta dall'ascensore e molto confusa anche perché il trentacinquenne non parla bene italiano, è invece una richiesta di invio di un'ambulanza.

La pista della reazione a un tentato furto da parte dell'italiano, indicata dagli indagati, non convince magistrati e investigatori, anche perché il giovane si sarebbe intrufolato in un appartamento al terzo piano, abitato, che dava una via di fuga più difficile, rispetto agli alloggi ai piani inferiori, molti dei quali abitati da persone anziane. Manca però al momento un'altra pista convincente. Gli inquilini del palazzo al civico 9 di via Rampa Cavalcavia, dove vivono i Rasu, avrebbero sentito una persona gridare in italiano «Ho sbagliato, non lo faccio più», probabilmente Lorenzo, e poi un'altra voce dire «Dammi le chiavi» e quindi di nuovo l'italiano invocare «aiuto» più volte. Tra le versioni di Radu e quella di Marin vi sarebbe qualche discrepanza, forse dovuta all'alcol o allo stato psicofisico alterato dei due moldavi al momento delle prime deposizioni.

La lite era scoppiata nell'appartamento dei due moldavi e si è conclusa nella cabina dell'ascensore del condominio, dove sono stati trovati i due muratori, insanguinati, e il corpo del trentadueenne con una ampia ferita sul cranio.

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