RomaLa guerra della Lega contro i prefetti Matteo Salvini la rilancia con un tweet e un post su Facebook dello stesso tenore. «I prefetti cercano casa per migliaia di clandestini? Facciamogli sentire cosa ne pensiamo!», scrive il segretario della Lega. Allega i numeri di telefono delle prefetture, da Milano a Reggio Calabria e conclude: «Una telefonata allunga la vita».
Dopo aver minacciato di occupare le prefetture, il leader del Carroccio ripiega sulla strategia via cavo e spiega a Radio Padania : «Una telefonata costa poco, se ne arrivano tante almeno capiscono che la gente si è rotta le balle. Poi ovvio che il prefetto è solo un esecutore degli ordini di Roma, ma può avere dei dubbi e dopo migliaia di chiamate magari si rende conto della situazione e di come la pensa la gente».
Tutto parte dalla lettera del governatore leghista della Lombardia, Roberto Maroni, ai prefetti della Regione (terza in Italia, dopo Sicilia e Lazio, per numero di stranieri), per invitarli a sospendere le assegnazioni di immigrati ai Comuni. Ieri è arrivata la risposta: «I prefetti della Lombardia - spiega Claudio Palomba, presidente Sinpref, associazione sindacale dei funzionari prefettizi - non rispondono certo al governatore, con tutto il rispetto per Maroni: è una materia di competenza dello Stato e i prefetti si attengono alle direttive del ministero dell'Interno e del governo».
Maroni insiste e replica all'idea del premier Matteo Renzi di premiare i Comuni ospitali, allentando il patto di Stabilità. Al contrario, il governatore vorrebbe premiare i sindaci che chiudono le porte agli stranieri. E chiede al governo di convocarlo per esporre la sua soluzione: «Fare i campi profughi in Libia. Non c'è l'assenso del governo libico? Nemmeno quando abbiamo deciso di bombardare la Libia. Le Nazioni Unite possono farlo».
Intanto, Salvini invita i militanti a far pressione sui prefetti. «Non siamo rivoluzionari da tastiere - dice - ma il popolo della rete può far parte di qualcosa che cresce». Il passo successivo, in un crescendo che non si sa a che cosa potrà portare, il leader del Carroccio lo comunica a La Zanzara su Radio24 : «Invitiamo i nostri amministratori locali e i cittadini perbene, in maniera democratica e pacifica, a presidiare fisicamente gli alberghi a 2, 3 e perfino 4 stelle». Una specie di cordone «umanitario» per impedire l'arrivo negli hotel dei migranti? «Sì, esattamente - risponde Salvini - Impedire democraticamente e fisicamente che siano ospitati a spese nostre». All'obiezione che Maroni nel 2011, da ministro dell'Interno, aveva disposto di accoglierli nelle varie regioni, replica: «Era l'inizio dell'emergenza, adesso ce ne sono già 100mila ospiti in Italia a spese del contribuente. È cambiato il mondo». Poi, l'affondo sui prefetti: «Non servono a nulla, sono solo dannosi. Chiudiamo le prefetture, diamo i poteri di ordine pubblico ai sindaci e risparmiamo 500 milioni di euro ogni anno per i disabili».
Su Facebook condivide il segretario leghista del Piemonte Roberto Cota. «Renzi, Alfano, Fassino e Chiamparino vogliono riempirci di immigrati». La Lega del Trentino invita i suoi a chiamare la prefettura di Trento e l'appello si allarga.
Pd e M5S sparano a zero, Fi critica il buonismo che genera razzismo, ma c'è una città, Venezia, dove succede qualcosa di strano.
Felice Casson, candidato sindaco democratico, cerca di superare a sinistra, proprio sugli immigrati, il leghista Luigi Brugnaro, in vista del ballottaggio: «Venezia ha già dato tanto, grande disponibilità, ma ora rischiamo tensioni sociali. Le scelte vanno fatte con i sindaci».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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